Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog

Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog.

Voglio sentirmi libera di parlare di qualunque cosa gironzoli per la mia testolina con il linguaggio che riterrò più appropriato all'argomento o anche solo al mio stato d'animo del momento; e voglio che anche chi commenta i miei post possa fare altrettanto; ma non voglio urtare la sensibilità di nessuno. I contenuti forti di un blog non sono necessariamente legati al mondo del sesso: si può parlare in termini crudi anche di politica, religione o dei litigi col vicinato.
Io parlo e scrivo esattamente come vivo: pane al pane e vino al vino, chiamando le cose col loro nome, perché non ho mai avuto paura delle parole. Quindi amici e nemici, passanti di una volta e masochisti fissi, qui si scriverà di tutto, ergo chi vuole resti, chi non vuole vada.
Tutti i commenti sono benaccetti, anche le critiche, purché fatti con intelligenza (per chi la possiede) e con rispetto (che invece pretendo da tutti). Non ho messo la moderazione ai commenti e non cancellerò niente di quanto scriverete, ma ognuno si assuma la responsabilità di ciò che lascia ai posteri e sappia che corre il rischio che io gli risponda.
Rispetto le persone che si sentono offese da alcuni tipi di linguaggio o di argomenti: per loro ho messo le avvertenze sui contenuti del mio blog, ma è un'arma a doppio taglio, perchè chi continua a leggere poi non venga a farmi la morale! Al di lá di qualche imprecazione che non è necessario comunicare alla sottoscritta, non si curi di me ma guardi e passi...
Per sapere chi è lo smanettone con polluzioni notturne che ha reso necessario questo chiarimento andate a leggere il 'Post nudo e crudo' del 18 Settembre 2012

lunedì 31 dicembre 2012

Relativo al post precedente

Quando pubblicai il post precedente nella vecchia piattaforma, arrivarono moltissimi commenti, la maggioranza dei quali, devo dire, davvero esilaranti, lasciati da persone evidentemente intelligenti che seppero leggere l'ironia fra quelle righe e parole e che lo presero per quello che era: uno scritto per ridere delle complicate interazioni maschio/femmina...
Tutti compresero tranne una ragazza, Laura (non pubblico il nick perché credo esista ancora e non voglio creare altri problemi ad una persona che ne ha già tanti di suo; il nome invece, pur essendo proprio, non consente identificazione alcuna. Non so nemmeno se è quello vero, dato che all’inizio si firmava Sarah, con tanto di h finale). La signorina passava spesso dalle mie parti, leggeva tutto e scriveva commenti di vario tipo, spesso a sfondo religioso, citando parti della Bibbia et similia... Essendo sempre stata gentile con me, ho cercato di trattarla allo stesso modo, ma preciso che -nel suo blog- avevo lasciato, tempo addietro, un commento per spiegarle il mio punto di vista sulla religione e sulle associazioni che in qualche modo ad essa fanno capo.
Nonostante tutto ciò, la gentile donzella lasciò un commento lungo e particolareggiato su come vedeva la situazione; io risposi sempre giocando con le parole ed usando i toni sarcastici che mi contraddistinguono anche nella vita di tutti i giorni; la cosa degenerò ed alla fine scrissi un post per mettere in chiaro il mio punto di vista, definitivamente e senza possibilità di fraintendimenti.
Quindi pubblicherò qui di seguito la querelle avvenuta all'epoca e poi, la prossima volta, il post che scrissi, giusto perché altrimenti quest'ultimo sembrerebbe fuori da ogni logica, ed invece ha un perché e siccome evidenzia un altro aspetto del mio carattere, vorrei lo leggeste per capire meglio chi è Maria, nel bene e nel male, pregi e difetti, più i secondi che i primi, in questo caso.

Commento di Laura (ricopiato senza cambiare una virgola, errori inclusi):
Non sono una puritana e non sento odore di santità, ma come al solito ti servo le mie parole con sincerità nel pieno rispetto della tua vita e delle tue scelte. Tu chiedi del buon sesso, ma lo sai che il sesso pur buono che sia, pur appagante che possa essere lascia cmq dietro di sè una scia di vuoto grandissima? Perchè io non ci credo Maria che tu vuoi solo una bella scopata, non ci credo che vuoi solo un orgasmo. E non è che non ci credo perchè il tuo corpo e la tua mente non lo desiderino o perchè sia una cosa meschina. Ma non credo che tu voglia solo questo: perchè tu nascondi dentro di te un grande desiderio di essere amata e di dolcezza. No, non ti sto psicanalizzando, ma leggo tra le righe di quello che scrivi. E non serve Freud per cogliere il bisogno di amore e di AMARE che hai: il tuo desiderare coccole, il tuo voler del tempo dopo l'amplesso. Questo non è contemplato in un coito mordi e fuggi, perchè è sesso...e il sesso purtroppo, solo sesso, è così: vuoto, dove nulla è coltivato. Non sono una santa, ma non sono neanche una puttana, ma non credere che quando ci si ama non si hanno rapporti soddisfacenti. Però la profonda differenza è che se ti sei trovata un VERO uomo, non ha bisogno di chiederti se ti è piaciuto, se "sei venuta" ecc.. Perchè il compagno della tua vita lo capisce dall'odore dei tuoi capelli, dalle pupille dilatate dei tuoi occhi, dai tuoi seni all'insù che sembrano cercarlo ancora e non averne mai a sufficienza di questa passione. Ecco vedi l'amore porta con sè il seme e il germoglio della passione, dove dopo ci sono le coccole, i sorrisi, il tempo di contemplare l'uno il viso dell'altro. Ma per il sesso, non ci sono uomini, ma solo imbecilli con il bisogno impellente di sfogare il proprio isitinto sessuale stufi di masturbarsi da sè. Sono una cristiana, ma sono anche una donna, e posso dirti che solo l'amore, solo una storia seria e fondata sul rispetto e l'affetto può darti quello che cerchi. Quelle vibrazioni, quei sospiri e i gemiti che desideri soffocare sul suo viso. Il succo di tutto questo è che tu stai cercando qualcosa che non troverai così, perchè ricorda che prima del corpo si appaga anche il cervello e il cuore. Questo è quello che penso, e mi sembrava giusto dirtelo, come dico tante altre cose. Le mogli, le fidanzate non sono delle sante, sono donne come te, donne però di UOMINI che non sparano quelle idiozie sulla pseudo santità delle loro compagne; perchè questi uomini le amano e non hanno bisogno di cercare da te o da altre donne il piacere tra le lenzuola. Solo gli annoiati, chi considera una donna un oggetto con cui sfogarsi, cercano altre donne con cui "accoppiarsi" perchè son già stufi di quella che hanno... Questo perchè il valore che loro danno alle donne è solo quella di un oggetto e in realtà non è che la loro compagna sia una santa, è che sono questi maschi ad essere annoiati di vedere sempre lo stesso buco. Questa è la verità, quella che non dicono, come non ti dicono che cercano te perchè le donne che li conoscono davvero neppure gli danno la minima confidenza. Non ti sto dando della poco di buono, ti chiedo di AMARTI e di chiedere di meglio che del buon sesso. Buon inizio settimana e scusami se forse senza volerlo sono stata un po' dura e un po' troppo diretta. Un abbraccio, Laura
 
Mia risposta dell’epoca al commento:
Cara Laura, ti ringrazio – commossa – del tuo lunghissimo commento in calce al mio post. Grazie soprattutto per le tue spiegazioni, giustamente dettagliate, sulla vita sessuale di coppia. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine dei tuoi seni all’insù che cercano il tuo compagno. Sono riusciti a trovarlo? Spero di si. Ah! (sospiro) Mi sfugge, a dire il vero, che tipo di odore emanino i capelli dopo l’orgasmo. Vedi, ho ancora tante cose da imparare; forse dovresti prestarmi la tua collezione di romanzi rosa, così anche io potrò trovare un uomo sul cui viso soffocare i miei gemiti.
Sfido qualunque essere umano a contraddire il fatto che fare sesso con la persona di cui si è innamorati, ricambiati, sia una delle esperienze più esaltanti che il corpo e la mente in sincrono possano provare. L’ho vissuto e so esattamente di cosa parlo. Peraltro lo avevo sottolineato anche nel post. Non lo hai letto questo passaggio? Forse avevi ancora le pupille dilatate e ti è sfuggito; o eri distratta dalla ricerca del tuo compagno. Dovresti rimetterti il reggiseno, secondo me.
Detto e ridetto questo, spero tu sia seduta (e vestita) per concentrarti su quanto segue: so di darti una delusione, ma io sono una persona estremamente fisica, in tutto quello che faccio. Spesso dipingo a mani nude toccando i colori con le dita. Amo mangiare la pizza con le mani. Amo toccare le persone, sia quelle che mi stanno simpatiche a pelle, sia – a maggior ragione – gli amici cui voglio bene: quando li vedo non mi limito al saluto, ma li abbraccio forte e durante la conversazione tocco la loro spalla o il braccio (dopo essermi lavata le mani, giuro!)... Ho un estremo bisogno del contatto fisico con le persone e con le cose, nella mia quotidianità. Ho fatto l’errore di sperare e di inseguire la mia speranza per molto tempo e quindi non posso escludere, visto che sono sola da anni, che trovando un buon amante, degno di questo nome, alla fine non speri di trovarci anche un buon compagno di vita. Rimane il fatto che, per come sono fatta, la sessualità e l’erotismo sono due cose per me irrinunciabili, che cerco (non qui ma in generale, in questa fase della mia vita) a prescindere dal resto. Cerco un incontro di menti superiori attraverso due corpi terreni (ammazza che ho scritto: domani nevica pure a Catania!).
Non ho nessuna intenzione di sposarmi, né di avere figli e sto bene così... Purtroppo ho incontrato, lungo il mio cammino, una valanga di deficienti (nel senso latino del termine) e di incapaci non tanto di scopare, quanto proprio di ESSERCI e quindi da questo punto di vista sono un po’ avvilita; perché neanche a me interessa il ‘dentro-fuori-dentro-fuori-vengo-ti è piaciuto?’... Non ho più 20 anni da un pezzo, i miei ormoni non sono in subbuglio per lo sbocciare della pubertà, non mi sono mai piaciute le sveltine e, soprattutto, ho troppa stima di me stessa per accettare di fungere da svuota palle. Il mio post, fra il serio ed il faceto, con ironia (che molti hanno colto) e in modo anche caricaturale di descrivere situazioni e persone, alla fine era più uno sfogo che una dichiarazione di intenti; dichiarazione che, invece, faccio qui per spazzare via definitivamente ogni dubbio dal tuo cuore: “AAA. Cercasi tronchetto della felicità a cui sia attaccato un maschio pensante. No perditempo. Astenersi prima esperienza”. Spero di trovarlo nel raggio di 30 max 50 km. Ciao Laura!
 
Laura (again):
Personalmente non intendevo nè dare lezioni sulla sessualità di coppia nè tantomeno leggo romanzi rosa. Sono romanzi che non amo e che trovo parecchio noiosi, nonchè devianti da quello che è il vero amore. Cmq sia non ho colto il motivo di questa vena così acida del tuo post: sembra quasi ti abbia offesa o abbia scritto un qualcosa di erotico! Mi scrivi se ho su il reggiseno, mi chiedo davvero da cosa scaturiscano parole così perfide. Non mi sembra davvero di meritarmi tutto questo, non pensavo che potevo offenderti con le mie parole. Non pensavo di ferirti, anzi, io cercavo un altro punto...ma probabilmente tu cerchi semplicemente un pezzo di carne per riempirti. Ebbene, certo la vita è tua, però non credevo di meritare parole così dure. Non credevo che un mio post, scritto con cuore sincero con interesse ad una persona che fino a pochi giorni fa mi scrive che sono cara e sensibile, mi faccia apparire come una stupida che mentre scrive stia nuda. Non so cosa ti passi per la testa, quello che so è che forse per avere il plauso della folla, è divertente anche trattare le persone così. Va bene, fa parte di questo mondo. Io torno nel mio angolo, senza permettermi di commentare oltre. Qui è casa tua e sei stata ben chiara nel far capire, quasi deridendomi, che la mia presenza non è più gradita. Ora la folla ti acclama, brava scrivi cose che agli uomini piace leggere, che alle libertine senza pudore piace leggere. Buon proseguimento Maria, le nostre strade si fermano qui. Con sincerità, Laura

A questo punto le mie ovaie friggevano a tal punto che un semplice commento di risposta non era sufficiente e le dedicai un post dal titolo Adesso basta!
Lo pubblicherò subito dopo questo, ché se no diventa troppo lungo e poi vi arrabbiate : )

mercoledì 26 dicembre 2012

Forma e Sostanza, farneticazioni di una notte insonne ...

... ovvero quando inizi un discorso e perdi il filo
 
 
Attenzione: post per persone adulte non solo all’anagrafe; si sconsiglia la lettura ai puritani, alle persone in odore di santità, ai minorenni mentali ed agli eiaculatori precoci
 
Qualche giorno fa ho incontrato per caso un Tizio con cui avevo avuto a che fare anni orsono (credo fosse il 2004).
E’ stato lui a fermare me.
Onestamente non lo avevo riconosciuto.
Onestamente non mi sarei fatta fermare se lo avessi riconosciuto.
“Felicemente sposato con un figlio” –mi dice- “in attesa del secondo; e tu che fai? Come mai non sei sposata? Ti posso chiamare qualche volta, ho ancora il tuo numero sai? Mi ricordo bene di te” (sorriso idiota a chiusura e strizzatina d'occhio).
‘MeglioDInoGRAZIEscusaVADOdiFRETTAaddio’.
Monto in macchina, metto in moto e zac! Ecco che ricordi sepolti riaffiorano... era meglio cremarli ‘sti ricordi, così non potevano essere riesumati!
Non lo sapevo che era fidanzato all’epoca... non ne avevo idea... ma non sono stata creduta e la telefonata a casa con gli insulti di lei la prese mio padre... e quelli di alcuni amici (?), che mi hanno voltato le spalle perché “delusi” dal mio comportamento, invece li ho subiti io... Io che fino a un mese prima ero “una così dolce e brava ragazza”...
In una splendida mattina di sole settembrino mi passa a prendere, salato per l’immersione appena terminata, con la barba incolta “perché il sabato faccio solo quello che mi piace e la barba non lo è”...
Va buo’ però se sai che hai un appuntamento con una ragazza che frequenti da poco ed hai già deciso di portarla a casa tua per la prima volta...
“Era da un mese che non facevo l’amo... sesso”. Si, ha detto prima amore, poi si è corretto: sesso. Così scopro che per lui si fa sesso quando non c’è il sentimento e l’amore quando si prova qualcosa...
Non volevo la luna; non speravo che avrebbe avuto un comportamento da innamorato... Non me ne fregava niente delle rose e dei cuoricini. Pensavo solo che sarebbe stata una bella scopata, per questo ho accettato il suo invito...
Ma perché se non si è innamorati non si può fare l’amore? Sesso, amore ma c’è davvero una differenza così marcata? E dipende solo da quello che proviamo per la persona che abbiamo accanto (o sopra, o sotto, insomma fate voi)? Quando sto con qualcuno cerco di dargli il meglio che ho da dare in quel momento, partecipo comunque al 100% con corpo e anima; semplicemente, se non sono innamorata, non apro il cuore a sensazioni durature e più profonde (se ci riesco). Posso fare anche sesso con chi amo e l’amore con uno che non rivedrò mai più... se proprio vogliamo distinguere le due cose... Ma, al di là delle definizioni (ognuno ha la sua), questa distinzione è pericolosa: a quanti uomini ho sentito dire “no, questo a mia moglie non lo chiederei mai!”... Perché? Maledizione, perché impedire alla propria compagna di giochi e di vita di condividere tutto e privare così la coppia di un rapporto veramente completo e quindi più vero, profondo, soddisfacente per ENTRAMBI e stabile? Cosa c’è di male? Che rabbia!
Ma torniamo al Tizio: esce dal bagno (dove era entrato vestito) con un enorme telo di spugna di quelli da doccia attorno alla vita... ora, a parte il fatto che non essendo altissimo, era ridicolo con quel coso a mo’ di pareo che gli arrivava fino alle caviglie e che ha messo a dura prova la mia libido (salvata solo dalla mia crisi di astinenza)... a parte questo, dicevo... dov’è finito lo splendido, eccitante, necessario gioco dello spogliarsi vicendevolmente e –sopratutto- lentamente, fra un bacio, una carezza ed una sbirciata al centimetro di pelle finalmente svelato?
Mi spoglia in meno di 2 minuti, 30 secondi di preliminari, preservativo e via...
Dove sono finiti i baci? Dove gli sguardi che lasciano presagire il dopo? Dove le carezze a fior di labbra per assaggiare una pelle di cui si scopre per la prima volta il sapore? Ah, già!!! Questo è fare l’amore, con me è solo sesso, quindi perché perdere tempo?
Perché non ci può essere poesia anche nel solo sesso? Non comprendo. Che senso ha avere una ragazza nel letto e farci solo dentro e fuori? Basta un buco nel muro allora o il materassino giallo del post di Cialtrone ( http://blog.libero.it/Cialtrone/10775502.html ) e non spendi soldi in preservativi...
Preservativi che poi, elegantemente, mi ha pure regalato, dicendomi, sempre elegantemente, “puoi usarli come credi”!!!! ... ‘#%**%^~%%¥#*’ ... Cioè con altri uomini, escludendo che possa farci dei palloncini per gavettoni sulle scale...
E, dulcis in fundo, “sei venuta vero?” ... ‘Ceeeeerto’...
Credo sia superfluo aggiungere che non c’è stato nessun altro incontro e che quell’episodio tristissimo è rimasto figlio unico di madre vedova...
Mi ero preparata a quell’incontro come ho fatto e farò per qualsiasi altro: doccia, depilazione accurata, leggerissimo velo di crema senza profumo su tutto il corpo, lingerie sexy, capelli e trucco, vestito da ‘femminuccia’... L’unica cosa che volevo era un’oretta o due di coccole, baci, giochi, erotismo, risate e magari un orgasmo, anche uno solo, comunque procurato, anche autoindotto ma con un minimo di partecipazione attiva da parte sua! L’unica cosa che volevo era del buon, sano, vecchio, sesso (o amore o 4 salti in padella o come volete voi)...
L’unica cosa che non avevo calcolato (a parte la sua idiozia) erano i ‘compartimenti stagni’, le celle di isolamento...
Esistono –per molti uomini- due categorie di donne: le sante (madri, sorelle, mogli, figlie e alcune suore) e tutteLEaltre. Le sante lo fanno solo su esplicita richiesta dell’uomo, perché prive di propri desideri e di spirito di iniziativa e quasi esclusivamente nella posizione del missionario. TutteLEaltre fanno di tutto di più e non è indispensabile trattarle bene.
MICROCEFALI !
Ma perché non riesco a trovare un uomo capace di amarmi fisicamente anche senza amarmi mentalmente? Ormai non spero più di trovare un uomo di cui innamorarmi ricambiata, ma almeno un buon amante si, cavolo! Lo so che quando sei innamorato è tutto più bello, le sensazioni trascendono il corpo, invadono la mente fino nei punti più nascosti e sconosciuti, il benessere è totale e più profondo, più duraturo, lo so OK! Ma tecnicamente è la stessa cosa, porca puttana, fai le stesse cose, gli stessi gesti, i baci, le carezze, la passione, la scoperta dell’altro... Sarò pazza io, forse... ma non capisco perché gli ultimi incontri che ho avuto sono stati tutti egualmente insoddisfacenti. (Vi state facendo i conti? Dal 2004 ad oggi sono 8 anni meno gli ultimi 2 meno l’astinenza ok lo so sono messa male... diciamo però che negli ultimi anni ho avuto altre priorità, quindi ho messo da parte me stessa per stare accanto ad una persona che meritava il 100% delle mie attenzioni).
Ho capito abbastanza presto di vivere in un mondo che privilegia la forma a danno della sostanza, dove il contenitore è fondamentale al di là e più del contenuto. Nella migliore delle ipotesi si riesce ad arrivare alla seconda se la prima rientra negli schemi richiesti: se mi vesto alla moda forse trovo qualcuno che –riconoscendo la forma- impara a conoscere la sostanza e, a quel punto, la considera (finalmente!) più importante.
Da un po’ di anni, però, ho come la sensazione che le cose siano peggiorate. Non solo c’è sempre più gente che considera fondamentale apparire, ma anche nell’essere c’è una sorta di dicotomia, come se nell’essenza si ripetesse in piccolo la differenza fra forma e sostanza: anche quei pochi che considerano essere più importante di apparire vogliono però che l’essere abbia una forma specifica, una forma riconoscibile e -per questo- rassicurante... (ma perché non me me torno a dormire invece di scrivere cazzate?).
Tornando all’argomento di partenza di questa follia sotto forma di post, se una donna vive liberamente la propria sessualità come e quanto un uomo (essere), non può, anzi non deve, dirlo o farlo capire (apparire). Altrimenti è una che la dà via facilmente e che, per questo, va collocata nella categoria di quelle poco serie, che frequenti solo per scopare, ma che mai e poi mai potranno avere altro ruolo nella tua vita, perché non sono donne complete; secondo il principio della ‘parte per il tutto’ loro sono solo vagina + culo + tette e basta: non hanno un cuore, men che meno un cervello, non hanno sentimenti, sono solo un buco (o due a seconda dei gusti). Conosco uno, mi piace, gli piaccio, passione travolgente, si finisce a letto; per me questo non preclude nulla, nemmeno che da una cosa prettamente fisica possa nascere un sentimento importante, col tempo... per lui invece si!
Vivo in un mondo in cui c’è un estremo e triste bisogno di riempire ‘caselle’. Ogni essere umano ha una sua personale (quando va bene e non è subdolamente indotta da altri, esempio tv e giornali) suddivisione dei tipi e dei ruoli in cellette e dentro ci schiaffa le persone, gli altri, indipendentemente dal conoscerli o meno, anzi, meglio senza conoscerli troppo bene, altrimenti si accorge che non esistono categorie nette e sarebbe destabilizzante; finirebbe l’illusione del controllo e, con essa, la fine di ogni certezza. Invece: mettiamo un’etichetta virtuale sulla fronte di ogni essere umano che incontriamo ed inseriamolo nella cella corrispondente. E a nanna tranquilli.
Se io dò l’impressione di essere una brava ragazza (secondo i criteri di chi cataloga) allora ho un’area di azione abbastanza ampia; posso cioè fare e dire molte cose, anche leggermente fuori dagli schemi, ma rimango una brava ragazza. Al massimo si può aggiungere all’etichetta un cartellino con la scritta “originale”. Nel mio caso di solito il cartellino recita ‘artista’, che per i catalogatori di professione è la stessa cosa. In quanto artista mi è concesso essere un po’ bohemien, quindi stravagante ed è perciò normale che io non corrisponda perfettamente allo schema che hanno in testa, senza per questo far crollare il sistema: l’equilibrio è salvo. Se, invece, dò l’impressione contraria, cioè di non essere tanto brava (il che di solito succede quando si passa dalla fase di contemplazione del mio visino da angioletto all’ascolto in presa diretta delle mie risposte a domande del piffero molto frequenti fra la gente ‘perbene’) se, dunque, mi si colloca fra le cattive compagnie ecco che magicamente il mio range di azione si riduce drasticamente. Qualunque cosa io faccia o dica verrà certamente interpretata nel senso peggiore e giudicata severamente di conseguenza.
Se sono una brava ragazza e finisco a letto con uno che non conosco da molto è perché sono un essere umano e tutti commettiamo degli errori, oppure perché sicuramente è stato un colpo di fulmine, o –ancora- perché in quanto brava sono necessariamente anche ingenua e lui un mascalzone. Se non sono una brava ragazza allora andare con uno sin da subito è la conferma del mio essere facile e superficiale e lui non è un mascalzone che si approfitta del mio cuore fanciullo, ma un bravo ragazzo caduto nelle grinfie della strega cattiva, oppure un uomo che, in quanto tale, non può rifiutarsi se una gliela sbatte praticamente in faccia; che poteva fare poverino lei era vestita in un modo che faceva capire tutto, poveretto a quel punto non è colpa sua, è stata lei...
Eh già, poveretti questi uomini smarriti senza libero arbitrio, collegati direttamente col proprio pisello bypassando il cuore... Questi uomini che vorrebbero, davvero, ma proprio non possono resistere all’alzabandiera, non è colpa loro, la natura li ha fatti così.. Questi uomini declassati al rango di animali, schiavi dei loro istinti... Gli stessi istinti che a noi donne sono preclusi perché in caso contrario il declassamento sarebbe ben peggiore: in basso, sotto la categoria degli animali, c’è quella delle puttane (termine che indica non solo e non tanto le donne che esercitano il mestiere più antico del mondo, ma in generale tutte le donne che fanno sesso al di fuori di un rapporto stabile con un unico uomo); gli animali non si rendono conto e comunque non possono fare diversamente, perché è la loro natura; le puttane, loro sono consapevoli. Non c’è colpa nel farsi governare dall’istinto, ce n’è invece nella scelta razionale di assecondare la propria normale libido.
Ho sbagliato col Tizio di cui vi ho parlato, così come ho sbagliato con altri dopo di lui ad essere me stessa senza alcuna formalità, così come sicuramente sbaglio a pubblicare questo delirio (lo so che non è un post)... Gli uomini vogliono la santa a casa e la puttana fra le lenzuola di un letto che NON deve essere il talamo nuziale. Ed io che sono entrambe le cose, come tutte le donne normali e vere, non trovo collocazione se non a patto di scegliere fra una delle due.
E sia! D’ora in poi farò credere all’uomo di turno di essere una specie di vergine scesa sulla Terra per purificarla dalla corruzione dilagante dei suoi costumi sessuali libertini. Così se, una volta a letto, dovessi pure riuscire a tirargli un pompino da urlo, la cosa verrà considerata come un caso, una specie di miracolo, il risultato del fatto che sicuramente sono innamorata o che, magari, è merito del suo strumento particolarmente adatto alla fellatio... insomma tutto fuorché l’unica cosa vera: che a me piace e provo gusto nel farlo. Perché se saltasse fuori la verità verrebbe travisata e sporcata e la riuscita dell’atto sessuale diventerebbe automaticamente il risultato di anni e anni di esperienza con chissà quanti uomini, magari qualcuno pure di colore (film porno docet). (Se i film porno li facessero le donne sarebbero dei capolavori di erotismo, invece sono fatti da uomini ad uso e consumo di altri uomini e quindi sono delle porcherie inguardabili in cui proprio i maschi fanno una figura schifosa)
E mo’ vista l’ora ed il livello delle cose che ho scritto, vado direttamente a fare colazione, che tanto di dormire non se ne parla!
N.B. (1)
Ora scommetto che le mails di pazzi, maniaci e teste di cazzo varie, che già abbondavano grazie ad una semplice foto di una mano, triplicheranno, perché di tutto sto macello chilometrico che ho scritto le uniche parole che avranno colpito codesti ‘lettori’ saranno pompino urlo e gusto e l’unica considerazione alla fine sarà: “questa la dà via gratis e le piace pure: mignotta e ninfomane”
Immagino sia inutile sottolineare che sono la stessa donna che ha scritto anche tutti gli altri post di questo blog e chi li ha letti sa che essi sono di ben altro spessore (li avete letti tutti, vero? Se no che li scrivo a fare?).
N.B. (2)
Questo post non è stato scritto per dire che sara tommasi (volutamente scritto minuscolo) e quell’altra di cui non ricordo nemmeno il nome hanno fatto bene a ‘rendere edotta la popolazione’ su quante capriole facciano giornalmente sul proprio e sugli altrui letti (grande, immenso De Andrè come ti è finita, esser citato in un post-accio simile); perché se è vero che non bisogna nascondersi, non è nemmeno il caso di indire una conferenza stampa. Insomma in medio stat virtus! Non bisognerebbe vergognarsi né vantarsi della cosa più sana e naturale del mondo...
N.B (3)
Se poi i maschietti evitassero le seguenti domande idiote sarebbe meglio:
1.      quanti uomini hai avuto prima di me?
Essere: ho perso il pallottoliere, comunque non ero una bambina prodigio perché la mia prima volta è stata a 19 anni, adesso ne ho 42, ho avuto una storia di 8 anni, una di 3 ed una di 6 mesi... facendo un rapido calcolo con la media ponderata, considerato che mi sono svegliata tardi dal letargo e che non lo faccio da talmente tanto tempo che come si vede dò i numeri... considerato tutto questo: non ne ho la più pallida idea!
Apparire (risponde la vergine col processo di beatificazione in corso): solo due.
2.    Ti è piaciuto?
Essere: ma a che cazzo pensavi mentre lo facevamo? Non hai sentito il mio corpo tremare? Non hai sentito i miei gemiti? Non hai visto l’espressione dei miei occhi?
Sordo, cieco e minchione!
Apparire: si tesoro, sei un amante fantastico, il migliore in assoluto, come te nessuno mai...
Amen


Aggiornamento:
Questo post, scritto e pubblicato a Febbraio di quest’anno sulla vecchia piattaforma, scatenò un putiferio; sono certa che qui, visto lo scarsissimo seguito del mio blog la cosa non si ripeterà ... un po’ mi spiace, perché grazie ai commenti intelligenti ed ironici di chi mi seguiva ci facemmo tutti tante crasse risate ed in più la follia di una testimone di geova portò ad un botta/risposta con la sottoscritta che sfociò in un ulteriore post meritevoli di esser letti ...
Non posso purtroppo pubblicare i commenti, ma ho salvato la ‘litigata’ con la signorina vergine immacolata
Quindi ... la ripubblicherò !
Come sono magnanima, ah (sospiro)

sabato 15 dicembre 2012

Parte terminale dell'apparato uro-genitale maschile

-conversazione realmente avvenuta a Febbraio di quest'anno-
 
Non ricordavo dove avevo parcheggiato. Ho girato più di mezz’ora in preda al panico convinta che mi avessero fottuto la Volks (non è un auto è la mia Volks!). E’ che quando giri ore per cercare un buco libero, alla fine smetti di guardare le strade ed i riferimenti, ti concentri sulle auto ferme sperando di cogliere un segnale tipo freccia che ti faccia capire che finalmente hai trovato posto e ti concentri anche su tutte le persone che camminano con qualcosa nelle mani, sperando sia il mazzo di chiavi con cui prenderanno la loro macchina liberando il posto per te... Insomma, alla fine posteggi e corri perché sei in ritardo, dando per scontato che tanto poi riesci a fare la strada inversa... Si col piffero!
Finalmente trovo la traversa della traversa della traversa dove avevo lasciato la mia sorellina (sempre la Volks) e inizio a cercare le chiavi... Niente! Non erano in borsa, non erano nelle tasche del cappotto, non erano nei jeans, oddio vuoi vedere che le ho lasciate vicino al gabbiotto dello sportello dell’INPS dove ho fatto 4 dico 4 ore di fila inutilmente perché non ho concluso un cavolo???? Non è possibile... maledizione ‘dove cazzo ho messo le chiavi????’
Un ragazzo, mai visto prima, mi dice (cito testualmente):
“non è elegante sentire la parola cazzo in bocca ad una donna” 
‘preferiresti ci fosse direttamente il soggetto della disputa nella bocca?’
“vedo che non hai peli sulla lingua”
‘no, di solito li sputo perché mi danno fastidio’
“sono senza parole”
‘non mi sembra’
“non potresti usare delle perifrasi per esprimere lo stesso concetto?”
‘immagino che sinonimi tipo minchia o pene non vadano bene...
scusa, se non trovi le chiavi della macchina ed hai una fretta bestiale urli ma 'dove cazzo le ho messe' o "ma dove parte terminale dell'apparato urogenitale maschile le ho lasciate" ?’
“sei scurrile”
‘ma va a cagare, no, scusa, vai a stimolare quella parte del tuo apparato digerente che trasforma in scorie quanto da te ingerito il giorno precedente e poi lo elimina’
“e dire che con quel visetto pulito sembravi una brava ragazza”
‘lskjghòo***rwnvwjgoòu**kshd**ç§@#udfshwue8’
(usate la fantasia perché davvero non posso trascrivere ciò che ho risposto, tra l’altro urlando che mi avranno sentito quantomeno fino a Napoli)
 
P.S. Adesso sapete perché ho scelto come nick mandorla amara... (vedere box in alto a sx sotto la foto della mia mano)
P.S. (2) Le chiavi erano dentro la macchina, regolarmente infilate nel cilindretto e la macchina era, ovviamente, aperta...
Sono esaurita, mi sa che ho bisogno di riposo

domenica 9 dicembre 2012

Purtroppo lo abbiamo saputo in ritardo

Alla fine di questo post, nel vecchio blog, c'era la foto di un ritratto a matita che avevo fatto alla mia mamma da giovane.
Dopo che un tizio, nell'altra piattaforma, ha preso una mia foto modificandola e ripubblicandola come commento ad uno dei miei post e, successivamente, nel suo profilo ha messo la foto di una lapide con il mio nome sopra e sotto una scritta copiata da uno dei miei post, non me la sento più di mettere il viso della mia mamma in rete, sia pure sotto forma di disegno.

Post del 3 Febbraio 2012
La frase che dà il titolo a questo post è la frase che mi sto sentendo ripetere più spesso.
Vorrei capire come mi sarei dovuta comportare.
Mamma ha smesso di soffrire la notte fra sabato 22 e domenica 23 del mese di Gennaio; il necrologio è uscito sul giornale il lunedì mattina ed i funerali sono stati nel pomeriggio; la tumulazione, una delle esperienze più brutte della mia vita, è avvenuta il martedì mattina. Solo all’uscita del cimitero mi sono resa conto di essere stata in apnea per tutto questo lungo infinito fine settimana.
Stordita ed incredula, senza aver nemmeno toccato il letto per due giorni, la domenica mattina ho dovuto fare alcune telefonate penose da sopportare e da gestire per il mio cuore a pezzi, perché “bisogna avvisare”. Il resto lo ha fatto il tam tam di bocca in bocca...
Così tutta la domenica pomeriggio ed il lunedì mattina abbiamo avuto gente in giro per casa: persone che arrivavano a qualunque ora e non se ne andavano più... ore, ore, ore ed ore di parole liquide e confusione laddove io avrei voluto solo pensieri intimi e silenzio...
Al funerale una signora mi ha ripresa, con un tono visibilmente incazzato, perché non l’avevo chiamata “subito”. Vi giuro che in quel momento non sapevo chi fosse. Un mio amico, sbalordito, ha detto: ‘sta rimproverando Maria? Ma come si permette?’... Un’altra, guardandomi con gli occhi fuori dalle orbite, mi ha messo le mani sulle spalle ed ha iniziato a scuotermi, forse per essere sicura di avere tutta la mia attenzione, dicendo con tono perentorio: “Maria, io voglio esserci, io voglio starti accanto? Hai capito? Io lo voglio!”... E poi un’altra ancora: “Ho perso un’amica, Maria, lo capisci? Lo sai come mi sento? Eh, lo sai?” ed io, in automatico, senza nemmeno riflettere, ‘Non saprei, io ho perso una madre’...
Dall’indomani sono iniziate le telefonate aventi per oggetto il titolo di questo post... ed anche a giorni di distanza, se incrocio qualcuno, me lo sento ripetere... Evidentemente è un modo per ‘scusarsi’ di non essere venuti subito a darmi ‘conforto’ o magari per superare l’imbarazzo di non sapere cos’altro dire quando mi incontrano (stare zitti ed abbracciarmi forte soltanto, no eh?)... Altri lo dicono perché non sono venuti al funerale, per spiegarmi che sarebbero venuti se solo lo avessero saputo in tempo... Come se io mi fossi resa conto di chi mancava... E anche quando fossi stata in grado di notare gli assenti, cosa me ne sarebbe potuto importare visto che l’unica assenza che per me contava era quella della mia mamma?
L’inizio della fine è stato sabato alle 13:00; si è spenta all’una di notte... 12 ore di lamenti che laceravano l’anima e che risuonano ancora in ogni cellula del mio corpo... Sono passate poco meno di due settimane, ma io non riesco ancora a dormire la notte; durante il giorno non va troppo male: ho dei momenti in cui il dolore si fa acuto e le lacrime sgorgano sole e copiose, ma nel complesso riesco a ‘distrarmi’ un po’ e reggo discretamente bene; a volte riesco persino a scherzare e a sorridere financo.
Anche essere rientrata a lavoro mi sta aiutando... Ma la notte, quando rimango sola, mi rigiro nel letto senza trovare pace; appena chiudo gli occhi sento distintamente i suoi lamenti, come se fosse sdraiata accanto a me ed allora mi alzo e giro per casa. Le mie bimbe pelose, poverine, mi guardano con aria afflitta, a volte mi seguono e se mi siedo da qualche parte si avvicinano con delicatezza: Zara poggia la sua testolina sul mio ginocchio e Nera mi lecca le mani... Come farei se non ci fossero loro? Le ho tolte dalla strada e tutti dicono che le ho salvate; io credo sia esattamente il contrario. Chissà se capiscono quanto sono importanti per me e quanto io le ami...
In ritardo in ritardo in ritardo in ritardo... mi scoppia la testa... perché in ritardo, che vuol dire in ritardo...
Cosa avrei dovuto fare? Telefonare a Dio e chiedergli ‘scusa Signore, potresti mica dirmi in anticipo quando verrai a prenderti la mamma? Perché dovrei avvertire parecchia gente, se no poi mi rimproverano’.
O, forse, visto che viviamo nell’era dei Reality Show, avrei dovuto iniziare a chiamare tutti il sabato, così venivano ad assistere in diretta al fallimento delle cure palliative contro il dolore, quando nemmeno la morfina faceva più effetto...
Non vi scandalizzate, in fondo è già successo tanti anni fa, quando hanno filmato e trasmesso secondo dopo secondo l’agonia di un bambino caduto in un pozzo e la frustrazione di tutti quelli che hanno provato inutilmente a tirarlo fuori da lì e lo hanno invece visto scivolare sempre più giù...
Ciao Alfredino, non credo esista un Paradiso e non penso tu possa sentirmi; ma se per caso mi sbaglio, allora vorrei dirti che puoi andare a cercare la mia mamma e magari stare un po’ con lei, perché è davvero una donna di una dolcezza infinita e potreste farvi compagnia a vicenda, nell’attesa che si arrivi anche noi.
Scusate, ma oggi mi gira peggio degli altri giorni.
Passerà...

giovedì 6 dicembre 2012

Tatoo

I miei tatuaggi sono sulla superficie della mia pelle ma vengono dal profondo della mia anima... mi rappresentano in tutto... niente è stato fatto a caso, forma colore dimensione posto dove sono collocati, ogni singolo disegno e l'interazione di tutti e quattro ha dietro una motivazione legata alla mia vita, talmente connessa da non potersi scindere da essa... quindi posso dire che erano con me ancora prima di essere su di me e con me resteranno e diventeranno polvere... (minchia che frasona!)
Ho 4 tatuaggi.
Il primo –in ordine di tempo- è una tartaruga tribale. Si trova sul retro della spalla sinistra e rappresenta la sottoscritta. Sin da piccola ero affascinata dalle tartarughe, perchè si portano dietro la casa; a differenza di lumache e paguri che possono sopravvivere senza la loro protezione e che, anzi, la cambiano man mano che crescono per cercarne una più grande e confortevole, lasciata libera da qualcun altro, le tartarughe formano un tutt’uno con il loro guscio; se questo si rompe, loro muoiono. Per me quindi questo animale rappresenta il mio attaccamento alla famiglia ed alla casa dove ho vissuto per quasi 40 anni, con i miei genitori, mio fratello, gli zii e la nonna (eravamo 7 una piccola folla!). Adesso una parte di quella casa è mia, perché mamma, nonostante stesse già molto male per via della chemio, ha voluto dividerla, sopportando muratori, polvere e rumore, pur di dare a me la possibilità –oggi- di avere il mio guscio di noce, con cui fare tutt’uno.
Il secondo tatuaggio è un sole, ricco di sfumature, con i raggi lunghi e mossi; si trova fra l’ovaio ed il fianco destro, perché in questa zona si genera la vita e rappresenta la mia mamma. Il sole è fondamentale per la vita sulla Terra, è un’immagine positiva di forza ed energia, mette di buon umore, ma non ti permette di avvicinarti o di stare con lui troppo a lungo: rischi di bruciarti e se lo fissi dopo poco hai difficoltà a mettere a fuoco le cose. Ma è il centro attorno al quale l’intero sistema (solare, appunto) ruota. La mia dolcissima mamma era così, fragile e forte, presente e schiva. Fondamentale nella vita di tutti noi. Senza di lei siamo sbandati ed infreddoliti e la casa è maledettamente vuota e silenziosa.
Il terzo tatuaggio è una mezza luna tribale sulla caviglia destra. Rappresenta mio papà. La luna, a torto ritenuta minore, è in realtà indispensabile per la vita sulla Terra tanto quanto il sole, facendo quasi da contraltare. Esattamente come i mie genitori. Io somiglio molto a mio papà, per questo i due tatoo che ci rappresentano sono entrambi tribali. Proprio come la luna, che mostra alla Terra sempre la stessa faccia, nascondendo il suo lato oscuro, papà tiene per sé molti dei suoi pensieri; sondarli è impossibile, conoscerlo veramente un’utopia. Si trova nella caviglia perché quella è una zona estremamente importante per la nostra quotidianità; piedi e caviglie reggono il nostro corpo, eppure non le prendiamo tanto in considerazione, fino a quando succede qualcosa ed allora ci accorgiamo di quanto siano basilari. Una slogatura alla caviglia ti immobilizza. Io ho rotto la destra 3 volte, di cui l’ultima contemporaneamente alla sinistra, rimanendo bloccata a letto per più di un mese e impiegando quasi un anno per la completa riabilitazione motoria. Mio padre è sempre stato un pilastro per me, standomi accanto silenziosamente senza che io facessi caso a lui, ma saltando in prima linea tutte le volte che è stato necessario farlo. Qualunque cazzata abbia fatto, lui c’è sempre stato, rimandando il rimprovero a dopo: intanto agiva e mi aiutava a risolvere il problema. Ecco perché il tatuaggio che lo rappresenta è messo lì, in quello che è il mio punto debole.
Infine il quarto tatoo è una lucertolina, semplicissima, quasi una linea continua, all’interno del mio avambraccio sinistro; sembra muoversi verso di me, nella direzione del mio cuore. Rappresenta mio fratello. È  un rettile, come la tartaruga. Sta a sinistra, come la tartaruga. Ha la testa rivolta verso di me perché negli ultimi anni si è allontanato, ma io spero ritorni. È sul braccio perché io e lui dobbiamo sostenerci a vicenda. Le lucertole sono deliziose, apparentemente ruvide, in realtà se hai la fortuna di riuscire a toccarne una ti accorgi che sono morbidissime, come le pesche. Ma è difficilissimo prenderle, fuggono a nascondersi in qualche anfratto anche sacrificando la loro coda se, per caso, riesci a prenderla. Amano stare al sole ma da sole, se c’è rumore o confusione si rintanano sparendo in crepe irraggiungibili. Mio fratello è così: sembra burbero, in realtà è dolcissimo ed è una delle persone più sensibili e delicate che abbia mai conosciuto. Timido, di una semplicità minimalista, va all’essenziale scrollandosi di dosso il superfluo, infatti il suo tatuaggio è stilizzato e senza nessuna ombreggiatura.
Ecco, adesso avete un altro pezzetto del puzzle chiamato Maria. A chi ha voglia di vedere cosa ne viene fuori dico di guardare tutto, foto, profilo, post perché niente è messo o scritto a caso, ma tutto è sentito, pensato, ponderato eppure spontaneo, vero...
Grazie per aver letto fin qui.

Aggiornamento:
in arrivo il quinto tatuaggio, so già cosa ma non riesco a decidere dove; sarà l’impronta del cane (il perché mi sembra ovvio, in omaggio alle mie bimbe pelose) ed avevo inizialmente pensato dietro l’orecchio destro, ma con i capelli non si vedrebbe tanto... appena decido vado a farlo, ma siccome non ho nessuna fretta, arriverà il momento giusto quando vuole lui, così come è stato per gli altri

martedì 4 dicembre 2012

2012 Odissea nelle ASL

Ho pubblicato questo post nella vecchia piattaforma il 20 Gennaio di questo stramaledettissimo anno.
Non sapevo, non immaginavo o forse non ho voluto capire che eravamo alla fine.
Non lo avrei pubblicato altrimenti, non avrei forse nemmeno avuto voglia di scriverlo e comunque non con quel tono...
Ho sperato e lottato fino all'ultimo secondo. Io ci ho creduto, fino all'ultimo ho creduto che potesse riprendersi in qualche modo, che ci fosse ancora una speranza...
Come è finita chi mi seguiva nell’altra piattaforma lo sa già: è morta due giorni dopo, fra le mie braccia.
Ho pensato a lungo se avesse senso ripubblicare tutti i post legati a lei, perché quando li ho scritti l'ho fatto per sopravvivere ad un dolore talmente grande da non sapere come fare a continuare a respirare; ma adesso che senso ha?
Riflettendo ho capito che almeno per me un senso ce l'ha: quel dolore fa ancora parte di me, non è diminuito di una virgola, riesco solo a mascherarlo meglio, ma dentro fa ancora male, tanto, forse anche di più perché man mano che il tempo passa metto apposto tasselli di memoria e mi accorgo di cose di cui non mi rendevo conto, mi chiedo se in certi momenti avrei potuto comportarmi diversamente, forse avrei potuto fare di più...
Gli ultimi anni ma soprattutto gli ultimi due mesi di quel calvario, Dicembre e Gennaio, mi hanno cambiata profondamente. Non si può capire la Maria di oggi, i suoi improvvisi silenzi, i suoi sbalzi d'umore, gli scoppi d'ira apparentemente immotivati, senza sapere almeno per grandi linee cosa ha vissuto.. Questo fa parte di me, come tutto il resto, io sono il risultato di tutto, nel bene e nel male.. Non posso raccontarmi solo per le cose divertenti o per quelle in cui faccio la dura, quella forte.. Io sono anche questo: sono un dolore che non si placa, sono una ferita ancora aperta, sono una persona che ha imparato ad odiare e che ha risistemato la scala delle sue priorità, sono una persona fragile che si piega e piange senza riuscire a fermarsi, per ore.. sono una persona che si è scoperta piena di ansie e paure per il futuro e che si domanda cosa ne sarà di lei, che ha rimesso in discussione tutto e tutti... Sono una persona che ha perso il suo equilibrio e sta faticosamente cercando di trovarne uno nuovo.
Tutti mi dicono che devo reagire, qualcuno addirittura mi dice 'ma quanto ancora intendi stare così? adesso basta' e la mia voglia di mandare a fanculo il mondo e di restarmene nel mio angolino a fare compagnia al mio dolore cresce in misura esponenziale.
Io lo so che passerà, ma vorrei anche essere lasciata in pace a misurarmi con le mie fragilità; non sono depressa, sono triste e son due cose diversissime, quindi credo di avere il diritto di prendermi il mio tempo ed il mio spazio per accettare la perdita atroce della mia mamma. Ancora non ci sono riuscita e non credo ci sia un tempo standard e anche se c'è visto che chi mi conosce mi ha sempre detto che non sono come la maggioranza delle persone, non capisco perché dovrei assomigliare a questa maggioranza proprio ora; prima mi si loda per la mia originalità, poi mi si rimprovera per la mia diversità, eppure sono due modi differenti di indicare la stessa cosa: un modo tutto mio di guardare al mondo.
Io per ora ho bisogno di recuperare energie, quando avrò fatto il pieno comincerò a reagire, per ora non riesco, dal mio punto di vista è semplice ma visto che nessuno lo capisce devo dedurne che la cosa è chiara solo a me, forse perché tutti pensano alla morte della mia mamma come ad una morte normale; nessuno sa cosa ho passato negli ultimi 5 anni lottando con lei contro il cancro, l’intervento chirurgico, la chemio poi la paralisi per l'ictus, doverla vestire lavare imboccare, sentirmi dire 'lasciami morire, non ce la faccio più voglio morire' e non poterlo e saperlo fare mentre i suoi occhi piangevano..
ma che ne sa la gente di quanto sia stato devastante per me? Di cosa ho nel cuore? Del fatto che ancora in piena notte mi sveglio sentendo i suoi lamenti convinta sia ancora accanto a me.. dopo tutte le notti che ho passato seduta in una sedia accanto al suo letto, puntando la sveglia ogni tre ore per il cambio flebo, cosa ne sanno di che legame avevo io con lei, io ho sempre vissuto con la mia famiglia: vivo sola da tre anni ma per 40 sono stata in casa con loro, ho trovato lavoro molto tardi quindi passavo un sacco di tempo con la mia mamma e adesso mi manca così tanto che a volte mi sembra di impazzire,
perché è così strano capire che ho bisogno di riprendermi la mia dimensione e di leggermi dentro per capire come iniziare a ricostruire la mia vita senza di lei?

A voi il post....

20/01/2012
La mia mamma sta molto male.
Da due giorni non riesce più a deglutire, nemmeno l’acqua, nemmeno usando l’addensante, nemmeno la pappine frullate, niente. Si è resa perciò necessaria l’alimentazione esterna per via endovenosa. Non sono flebo, ma sacche particolari che dà l’ASL di appartenenza su richiesta del medico specialista.
Con la suddetta richiesta mi reco quindi all’ASL per ritirare queste sacche. Entro in un lungo corridoio con molte porte numerate ai lati; non sono sicura ma mi sembra che i numeri pari siano tutti da un lato e i dispari dall’altro. Mi informo su quale sia la stanza giusta mostrando la carta rilasciatami dalla dottoressa che segue mamma:
-dove ha fatto la richiesta per l’assistenza domiciliare integrata, Signora.
-Ok stanza 15 quindi.
-Si.
-Grazie, arrivederci.
Busso alla porta. Non odo risposta. Ri-busso. Silenzio (o almeno a me così pare). Apro ed infilo la testa:
-c’è già una persona, Signora. Chiuda la porta e rispetti la privacy.
-Scusi sono mortificata.
Divento rossa come un pomodoro. Richiudo ed attendo. Quando tocca a me entro, rinnovo le mie scuse precisando che non avevo proprio sentito risposta e porgo il foglio:
-no, Signora, non è qui che deve portare la richiesta. Stanza 20 oppure 18.
Argh! Esco e cerco con lo sguardo le due porte: alla 20 c’è una marea di gente, prendo comunque il numero; dietro la 18 non c’è anima viva. Busso. Nessuna risposta. Ri-busso. Idem. Che faccio? Apro e becco un altro rimprovero? Aspetto? Ma si dai... la fila della 20 è in stallo. Ad un certo punto un tizio esce dalla 20 ed entra nella 18 seguito da una signora. Allora aspetto che la signora esca e busso alla 18. Niente. Il tizio esce e torna nella 20. Arriva una donna con un caffè in mano ed entra nella 18. Ok –penso- ci siamo. Ri-busso. Silenzio. La fila della 20 inizia a muoversi. (Anche le mie ovaie iniziano a muoversi, in senso antiorario). Ri-busso alla 18. Il nulla! Apro:
-signora non vede che ho gente? Aspetti il suo turno, per favore.
Ho battuto il mio personale record: due brutte figure in meno di mezzora. Me ne farò una ragione!
Arriva il mio turno alla 20. Entro. Il tizio che era uscito dalla 20, entrato e uscito dalla 18 e rientrato nella 20 legge la richiesta e mi chiede di seguirlo. Usciamo dalla 20 ed entriamo –si avete indovinato!!!- nella 18:
-signora ha un documento della mamma?
-Lo avete già. Ve l’ho portato due settimane fa quando ho chiesto l’assistenza domiciliare. Avete tutta la documentazione medica, le analisi, le fotocopie dei documenti mio e di mamma. Avete già tutto. Mi è stato detto che non era necessario portare altro, solo la richiesta del medico che la segue.
-Signora si riferisce alla stanza 15?
-Si.
-Ma quello è un altro ufficio! Serve un documento di mamma.
Precisazione: la stanza 15 è di fronte alla 18.
Esco dalla 18. Entro nella 15 senza bussare. Riesco a farmi fare una copia della fotocopia del documento di mamma. Mi ripresento al 20 e torniamo alla 18. Mi da dei fogli da compilare ed esce (sarà mica tornato alla 20?). Compilo i moduli ed attendo. La signora del caffè è ancora impegnata con la coppia con cui l’avevo vista quando, da vera maleducata, ho aperto la porta dell’ufficio. Adesso posso sentire i loro discorsi, devo più che altro, anche se non voglio, perché la stanza è piccola e non ci sono divisori fra le due scrivanie, peraltro molto vicine (alla faccia della privacy). Parlano di soffitti da pitturare, si stanno mettendo d’accordo su alcuni lavori da fare a casa della signora del caffè. L’impressione (quanto sono maligna) è che non abbiano parlato d’altro sin dall’inizio... mi sbaglierò...
Torna il tizio ‘ping pong’ che controlla i fogli e mi chiede nuovamente di seguirlo. Torniamo alla 20! Sto per mettermi ad urlare ma penso alla mia mamma nel suo letto, ad i suoi occhi stanchi ed al suo fisico duramente provato dalla malattia e mi trattengo. Il tizio fa una fotocopia dei fogli, ci schiaffa sopra un bel timbro e mi dice:
-vada nella nostra farmacia a ritirare le sacche
-Porta n°?
-No signora, deve andare all’Asl che si trova in via ***** a Catania.
Dall’altra parte del mondo, praticamente! (Vivo in un paesino vicino a Catania, ma l’ASL di competenza si trova in un altro paesino più lontano e questa farmacia si trova al centro di Catania). Ok calma, guardo l’orologio e mi dico ‘ce la posso fare, se metto da parte tutto quello che mi hanno insegnato quando ho preso la patente e guido la mia Volks (wagen) come so fare io’ (Che sono presuntuosa l’ho scritto a lettere cubitali nel profilo, ergo che vi stupite a fare?). Mi metto in macchina, auricolare e telefonata al fratello intelligente e soprattutto tecnologicamente avanzato: ‘cerca su internet via ***** e dimmi se è in zona piazza ***** che non ne sono sicura; io intanto mi sto dirigendo verso Catania’. Mio fratello richiama e mi spiega dove devo andare con la precisione del centimetro quadrato. Bene sono nella direzione giusta. Arrivo e cerco posteggio: manco l’ombra! Giro e rigiro. Alla fine trovo un posto nelle famigerate strisce blu; è molto lontano ma non c’è altro. Tagliandino e via di corsa verso l’Asl. Entro. Confusione. Cerco l’elimina code: vuoto. Mi guardo in giro e scorgo una signora con un foglio in mano ed una penna dietro un piccolo banchetto. Mi avvicino e, mostrando il foglio:
-buongiorno, devo ritirare le sacche alimentari. Dove devo andare?
-Quella porta lì ma c’è una lista.
-Ok mi scriva. Grazie.
Mi siedo. Aspetto. Il tempo passa. Mi ricordo che devo cambiare il tagliandino alla macchina. Volo. Torno col fiatone e col cuore che sta per scoppiarmi nel petto.
Alle 12:15 la signora della lista se ne esce con la seguente sparata:
-alle 12:30 chiudiamo. Chi non ci arriva torna domani mattina.
Mi tremano le gambe. Di nuovo penso a mamma. Mi viene da piangere ma non faccio in tempo: arriva il mio turno!
Entro e porgo il foglietto.
-no signora, deve andare al 4° piano.
-Cosa???? Ma la signora all’ingresso mi ha detto che era qui, è più di un’ora che faccio la fila!!!!!!!!!!!!!!!!
-Vi sarete capite male.
Ok, va bene, non perdiamo tempo prezioso, 4° piano. Corro verso il corridoio, ascensore guasto, salgo i gradini due per volta, ogni giro di scala temo che il cuore mi abbandoni. Arrivo alla porta che sta per chiudersi ed urlo tipo invasata ‘per favore è urgente’. Spiego sommariamente l’accaduto e porgo il foglio:
-no signora, non è qui che deve chiedere.
-Ma la signorina del primo piano...
-Avrà capito male signora; qui è per fare la richiesta per i pazienti residenti a Catania, lei ha già la richiesta dell’Asl del suo comune quindi deve andare direttamente a prendere le sacche nella farmacia al primo piano. Non c’era bisogno di fare tutto questo giro, ha perso tempo inutilmente.
Respira Maria, respira... ok ascensore sempre guasto, scendo più veloce che posso. Non trovo la farmacia. Inizio a girare: nessun cartello o indicazione. Chiedo ma nessuno mi da retta perché è l’ora di timbrare il cartellino ed andare a pranzare. Comincio ad aprire tutte le porte a casaccio. Mi torna di nuovo in mente mamma. Stavolta i suoi occhi pieni di lacrime (da mesi non riesce più a parlare e comunica con lo sguardo) non riescono più a calmarmi; anzi, mi fanno esplodere. Inizio ad urlare sbattendo porte e tirando calci a tutte le sedie che incontro, imprecando contro tutti i dipendenti pubblici, presenti inclusi. Finalmente qualcuno mi spiega dove devo andare. Arrivo e:
-si calmi signorina, non siamo ancora chiusi. Si metta comoda che sto arrivando.
Mi accascio su una sedia ed aspetto. Non saprei quanto, non avevo più energie nemmeno per guardare l’ora e farmi il conto. Torna la signora e compila un modulo. Mi fa firmare e mi dice che la richiesta scade dopo 30 giorni, cioè il 19/02/2012 e mi da diritto ad un numero non precisato di sacche; nel senso che loro me ne danno solo 8 per volta e che quindi la prossima settimana mi devo ripresentare per averne altre 8 e così via fino al 19 febbraio; dopo di che dovrò rifare tutta la pratica da capo.
-Ora deve andare al nostro deposito a farsi dare le 8 sacche. Piano "-1". L’ascensore è rotto, prenda le scale. Grazie e arrivederci.
Corro al deposito. Mi danno due scatoloni enormi maledettamente pesanti.
-C’è qualcuno che può aiutarmi a portarli fuori?
-No spiacenti.
-Ok grazie lo stesso.
Salgo le scale lentamente, cercando di tenere in equilibrio gli scatoloni ma non vedo praticamente nulla, né davanti a me, né i gradini sotto di me, non vedo dove metto i piedi e procedo a tentoni, andando a memoria, sperando di non cadere. Riesco ad uscire dall’edificio e realizzo che non ho alcuna possibilità di arrivare in quelle condizioni alla macchina, troppo lontana. Finalmente un signore e suo figlio mi vengono in soccorso e, prendendo uno scatolone a testa, mi accompagnano fino all’auto. Mi dice di essere un dipendente dell’Asl, stava cercando un collega. Io non so come ringraziarlo, mi trema la voce, le gambe, le braccia.. ripeto, come un disco rotto, grazie di cuore, grazie di cuore... Mentalmente chiedo scusa a tutti quei dipendenti pubblici seri ed onesti che, facendo di tutta l’erba un fascio, avevo incluso nella mia filippica contro gli inetti, gli scansafatiche, i mangia stipendi a tradimento, i bastardi...
Mentre camminiamo dice da alta voce, scorgendo un signore con un sacchetto della spesa dall’altro lato della strada:
-toh guarda... il collega che cercavo; era uscito ecco perché non lo trovavo!
Fine

venerdì 30 novembre 2012

Bah !

A Gennaio di quest'anno mi è arrivato questo messaggio sul profilo dell'altra piattaforma; preciso che è il primo messaggio di questo tizio e non l'ennesimo di una serie (tradotto: ma questo inizia così?).....

Ecco a voi il capolavoro (ricopiato paro paro senza cambiare nulla, giuro): 

Della donna non si butta via niente!! 21 ricette per cucinarla a puntino.
devo farti una confessione: ho dedicato il 90% della mia vita alle donne. Mi rendo conto dell'errore:
d'ora in poi dedicherò loro il 100%!!
"M'ero accorto che io telefonavo alle ragazze quand'ero su di giri e
loro mi telefonavano quand'erano giù di corda.
Allora ho realizzato di non essere Richard Gere!".
quando una donna mi propone:"Restiamo buoni amici", a me, tradotto, suona così:
"piuttosto che con te lo farei con un rospo!".
Sono anni che la donna lotta per l'emancipazione: è ora che le si conceda almeno
la parità dei difetti!!
Dopo secoli di dura oppressione, finalmente la donna pare abbia trovato il suo rinascimento. Ma, col femminismo, ha commesso un grande errore. Gli uomini, intesi come setta, sono una potenza.

Altro messaggio arrivatomi sempre sul profilo dell'altra piattaforma e sempre a gennaio di quest'anno.
É una vera chicca, godetevelo! (Anche in questo caso non ho modificato nulla del testo, è tutta farina del suo sacco maiuscole intimidatorie comprese)

Ciao sono Massimo,mi farebbe piacere conoscere una ragazza che abbia voglia di avere un incontro "particolarmente intimo"...se l'idea ti alletta che ne diresti di scambiarci i numeri di cellulare?
Rifletti...e RISPONDIMI SOLTANTO SE HAI VOGLIA DI INCONTRARMI ALTRIMENTI RISPARMIAMI LA TUA PREDICA INUTILE...baci a presto

Perché sono piena di gente che mi scrive senza in realtà scrivermi? Cosa sono o cosa credono io sia? Una casella di posta di una rivista femminile per uomini affranti? O il banco di prova per Zelig?
Li attiro io? Devo cambiare profumo? Rinuncio? Che devo fare?
Aspetto ansiosa una risposta, anche una risata va bene... se volete piangiamo insieme... insomma fatevi sentire ; -)

lunedì 26 novembre 2012

Scoperte (rif. al post precedente)

Questo post, anch'esso del vecchio blog, si riferisce allo stesso uomo del post precedente ed è quindi tratto dall'agenda del 2009

Ieri ( ! ) 
ho scoperto di poter soffrire per amore ancora di più di quanto non abbia sofferto in passato, talmente tanto da aver paura di non farcela a reggere un dolore così profondo, immenso e devastante, come quando ti manca l'aria ed hai la sensazione (talmente nitida da poterla chiamare -in assoluta buona fede- certezza) che il cuore stia per fermarsi da un momento all'altro. 

Oggi ( ... ) 
ho scoperto di poterlo sopportare, pur stando malissimo, pur con alti e bassi, pur con ricadute tremende, come quando ti accorgi che stai sanguinando ma, contemporaneamente, che riesci a stare in piedi, se pur a fatica e inizi a realizzare che -lentamente ma inesorabilmente- ricomincerai a camminare e poi a correre: è solo una questione di tempo. Anche se qualcosa di te non tornerà mai più come prima, perchè questa volta (pensi) era davvero un uomo di cui valeva la pena innamorarsi. 

Domani ( ? ) 
scoprirò di poterlo dimenticare ? come quando incontri qualcuno che non vedi da una vita e che è cambiato completamente e lì per lì nemmeno lo riconosci, perchè non è più la persona che ricordavi, è diverso, talmente diverso da sembrare un altro; e pensi che forse non è cambiato lui, ma eri tu che lo vedevi in altro modo ed ora lo guardi ed il cuore mantiene il suo normale ritmo. Ed é solo perchè lo hai incontrato che ti è tornato in mente, perchè tu non ci pensavi più e dopo che lo avrai salutato tornerai a dimenticarlo di nuovo. Non so se una parte di me, per come sono andate le cose (o farei meglio a dire: per come NON sono andate), continuerà a pensare a lui come ad un uomo talmente compatibile da sembrare perfetto per me... ma so che tornerò a sorridere... Purtroppo è un domani ancora lontano.


Aggiornamento:
Sembrava un uomo altamente compatibile con me... Peccato non esistesse! Era un bluff...
Che tristezza scoprire di avere davanti una persona completamente differente e contemporaneamente rendermi conto che aveva mentito anche a se stesso

mercoledì 14 novembre 2012

Errori che ti cambiano la vita (o, forse, le danno solo uno scossone)

Ok, altro post del vecchio blog, sempre tratto, a sua volta, da una delle mie agende; 2009 per la precisione
Alla fine un piccolissimo aggiornamento

Nella mia vita, come il resto dell'umanità, ho commesso molti errori: grandi, piccoli, rimediabili e non... alcuni hanno avuto conseguenze giuste, altri insignificanti, altri ancora conseguenze sproporzionate; tutte le volte ho comunque cercato di farne tesoro per crescere... ma ovviamente continuo a sbagliare, molto banalmente perché continuo a vivere...muovendosi nel mondo è inevitabile sbagliare... 
Di recente ho commesso un altro errore, le cui conseguenze sono state devastanti per la mia vita e ne sto ancora pagando il prezzo; purtroppo per me è un errore che non si può riparare tornando indietro: l'unica cosa che posso fare è sperare che una persona in particolare mi dia la possibilità di rimediare, mostrando che l'errore è stato dettato da circostanze specifiche e che, nonostante questo, se le circostanze si ripresentassero non si ripresenterebbe l'errore... 
Mentre cenavo, stasera, mi è tornata in mente una frase che mi è stata detta da questa persona: se io avessi passato tutto quello che hai passato tu, non lo so se sarei riuscito a rimanere così dolce e buono, forse mi sarei incattivito... 
Questa persona ha passato momenti orribili quanto i miei, ha sofferto sicuramente almeno quanto me, sia pure per cause e con modalità completamente diverse, ma ha toccato il fondo come me ed ha iniziato un percorso personale per risalire in superficie; a differenza di me però e contrariamente a quanto crede non si è affatto indurita, né incattivita... invece io si... O meglio: il mio cuore è rimasto dolce, anzi lo è diventato, paradossalmente, ancora di più; è l'esterno che si è indurito. 
Quando ho incontrato quest'uomo, il mondo ha smesso di girare ed il cuore ha iniziato a battere più forte: era tutto ciò che avevo sempre cercato... in un certo senso non lo avevo conosciuto, ma RI-conosciuto. E so che lo stesso è stato per lui. E' iniziata una favola in cui ho creduto e volato, dando tutta me stessa senza remore né pudori, credendoci fino in fondo. Ho scelto di riaprirmi alla vita e al mondo permettendogli di chiudere l'unica ferita rimasta ancora aperta nel mio cuore... Non è stato facile, né decidere di dargli questa responsabilità né di mettere in pratica la decisione; quella notte, tornata a casa, non sono riuscita a dormire bene, incubi mi tormentavano, ricordi mai sopiti, ho pianto tanto ma sempre con la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta; ne ero convinta allora, ne sono convinta adesso: lui meritava questo e altro ed io meritavo di tornare a vivere... 
Quello che lui non ha potuto vedere in me è stata quindi la mia parte fredda e razionale, perché mi sentivo così sicura e serena che me ne ero anche dimenticata... ma un giorno, un brutto giorno la terra ha iniziato a tremare ed io ho avuto paura, terrore e l'istinto, quello che le cattiverie, i calci, le pugnalate della vita mia aveva fatto sviluppare al di là e spesso in contrasto con il mio cuore, quell'istinto ha preso il sopravvento, chiudendo il mio fragile cuore di panna in una cassaforte fatta di razionalità, freddezza, distacco, durezza... Con lui ho sbagliato, con chiunque altro avrebbe funzionato, come già successo, ma non con lui; lui aveva bisogno di pazienza, amore e comprensione, di fiducia... ma io ho chiuso quella maledetta porta della cassaforte... 
Adesso la porta non c'è più e nemmeno la cassaforte: in questi giorni di dolore e riflessione, ho capito che ciò che credevo fragile, il mio cuore, è invece la parte più forte di me; quella che io chiamavo fragilità è la parte migliore di me ed è forza allo stato puro: nonostante quello che ho passato il mio cuore è rimasto intatto, ha coltivato la sua dolcezza ed è stato proprio il non indurirsi che lo ha fortificato fino al punto, ora lo so, di poter reggere una violenza, decidere di farla finita, tentare di spegnere la luce per sempre e nonostante questo riprendersi e ricominciare, rimanendo se stesso, continuando a credere negli stessi valori e a sognare la persona giusta... ma questa persona non arrivava e col passare del tempo, continuando a prendere batoste su batoste, sia pure non di quel livello, il cervello è riuscito ad avere la meglio, almeno in superficie, ha costruito la cassaforte, ci ha chiuso dentro il cuore dicendogli 'stai buono qui, sei troppo fragile per stare all'aria aperta, ti chiamerò io quando sarà il momento'... 
Il momento è arrivato quando lui è sceso da quella macchina, quel sabato pomeriggio in cui il respiro del mondo si è fermato per non disturbare quell'incontro; il cervello, che è sempre stato in buona fede, ha chiamato il cuore e gli ha detto esci fuori ed il cuore incredulo si è affacciato... 
Credevo di essere pronta, non era così... troppi anni di buio avevano disabituato i miei occhi che non hanno saputo vedere... 
Ho rovinato tutto? Forse, solo lui e/o il tempo potranno rispondere... 
Ultimamente ho molti problemi, come alcuni di voi sanno: mamma sta molto male, è al terzo ciclo di chemio e sta lottando e noi con lei; a lavoro alcune persone stanno cercando di farmi saltare i nervi in tutti i modi, forse sperano che io dia le dimissioni o forse è soltanto stupidità, non lo so: da Natale ad oggi mi hanno messo tutti i bastoni possibili fra le ruote, sto cercando di resistere, ma ormai dormo la media di 3 ore a notte e non so ancora quanto i miei nervi reggeranno... 
Per questo, per tutto questo, ho capito e di conseguenza deciso di distruggere la cassaforte, di riprendere in mano la mia vita per l'ennesima volta, ma dando il timone al mio cuore con il cervello a fare da secondo pilota, sempre dopo il cuore, perché adesso so che proprio nell'essere rimasta me stessa sta la mia forza e non permetterò più a niente e nessuno di oscurare il mio cuore... d'ora in poi seguirò le sue regole, cadrò sicuramente di nuovo, ma mi rialzerò, sbaglierò ancora ma almeno avrò trovato la pace che cerco... 
Sono stanca di fare a pugni col mondo... E' arrivato il momento di deporre le armi e di riposare... 
Niente potrà aiutarmi nel caso in cui mamma non ce la faccia; sicuramente mi servirà invece sul lavoro, alla fine vincerò io, nel senso che per quanto possa subire provocazioni, non reagirò più come ho fatto fino ad oggi, ma sorriderò al nemico e resterò in piedi.... 
Non so se lui tornerà, ma nel caso in cui succeda, stavolta non sbaglierò. 
Grazie per aver letto fin qui 

Aggiornamento:
quell'uomo non è tornato... e si è anche comportato molto male nei giorni successivi... così ho capito che ancora una volta avevo sbagliato a leggere nel cuore di chi mi stava di fronte... Ho anche scoperto che mi aveva raccontato una bugia, una sola, ma cappero, grande quanto la sua faccia di bronzo... l'ultima cattiveria, forse la più meschina me l'ha fatta a distanza di un anno... ma non importa... quello che conta è che adesso so che è stato meglio perderlo... trovarlo e perderlo sono serviti entrambi... va bene così...

domenica 28 ottobre 2012

Non so che titolo dare a questo post

Ricopio un vecchio messaggio inviatomi tanti anni fa e la relativa risposta solo per far capire cosa intendo quando dico che sono logorroica e presuntuosa... Così se decidete di avere comunque a che fare con me, almeno sapete a cosa andate incontro... 
Ovviamente ho eliminato l'indirizzo email ed anche il nome di chi mi ha scritto, perché l'obiettivo di questo post non è ridicolizzare una persona che in fondo non ha fatto altro che un tentativo educato di entrare in contatto con me...
Ma la risposta che ho scritto all'epoca serve a dare un'idea di chi sono e anche di quanto possa essere odiosa e stronza... Lo so non mi fa onore... Rileggendola a distanza di tempo però - ahimè - mi rendo conto di non esser cambiata più di tanto, perché se mi arrivasse un altro messaggio simile risponderei in modo simile...
Sono irrecuperabile!
Piccola precisazione: io adoro i cinquantenni quando vogliono essere cinquantenni, perché ho solo da imparare da uomini realmente maturi... diciamo che questo qui non rientrava nella categoria ;-)

Messaggio speditomi il 10/05/2004

"Il mio è solamente un tentativo. Ti ho scoperto su questo sito ed ho utilizzato il tuo nick senza sapere se corrisponda ad un account di posta. Se l’e-mail non mi sarà recapitata indietro, vorrà dire che è regolarmente arrivata. Se dovesse arrivare e non riceverò tuo riscontro, significherà invece che non rientro nel target dei tuoi corrispondenti “graditi”. Ritengo di essere abbastanza grande, vaccinato ed esperiente, almeno nell’intrattenere rapporti umani con “l’altro sesso”, per asserire che esiste una grossa pregiudiziale: non sono single come lo sei tu. So, dunque, che giocare in condizioni di disparità è sempre poco agevole se non arduo. Confido, comunque, nella tua innegabile intelligenza e nel fatto che stabilire un qualsiasi contatto umano non ha mai rappresentato alcun tipo di impegno per nessuno. Ho scrutato il tuo profilo ed ho cercato, in uno sforzo tra il creativo ed il premonitore, di tracciare un quadro molto sommario della tua personalità. Risultato: mi pare che tu sia una donna estremamente sensibile, determinata, volitiva, di ottima cultura e cerebralità. Lasciami passare una domanda per la quale, naturalmente, potrai riservarti la facoltà di non rispondere: ma cosa ci fai tu qui? Chi sono io? Un 50enne, genio e sregolatezza, afflitto dalla grave sindrome di Peter Pan. Se vorrai, potrai rispondermi, altrimenti non ti importunerò più. 
Qualcosa di me
Interessante, alternativo, creativo, trasgressivo, trasversale, ironico, leale, discreto, generoso, altruista, coraggioso. Ti cerco colta, vera, decisa, cerebrale, per leale ed esaltante scambio intellettuale."

La mia risposta (titolo della mia mail: MUMBLE MUMBLE) inviata il 13/05/2004
 
Caro ***... che dire... non è semplice rispondere al tuo messaggio... il ritardo è dovuto a questo.. al fatto che ogni volta guardo il 'foglio bianco' e penso 'che gli dico?'...
nel frattempo il tempo passa... dato che mi spiacerebbe ritrovarmi coi riscaldamenti accessi ancora davanti alla tua lettera senza sapere cosa diavolo scrivere, ho deciso di buttar giù due o più righe, quelle che verranno (conoscendomi saranno ben più di due hehehe), come verranno e - prima di ripensarci - spedirti il risultato di questo sforzo titanico, errori di battitura (eventuali) compresi... unico pacchetto vacanze!!
Dunque (lo so è conclusivo.. ogni volta sento la voce gracchiante della mia insegnante di italiano... dunque è conclusivo non puoi usarlo per iniziare un discorso!!! sono sopravvissuta, mi sembra... ergo...) inizio col dirti che a me non è arrivata alcuna mail da parte tua; l'unica traccia della tua esistenza in vita [ ;-)) ] è il messaggio qui...
Mi dici che non sai se rientri nel mio target...
Io non ho alcun target.. mi sembra stupido averne... Circa sei anni fa (o meno?? e chi se lo ricorda più) stavo scaricando Lenny Kravitz da napster (american woman !!!! adesso quel frikkettone si è messo a fare il coglione alla moda.. ma prima era veramente in gamba) e vidi in un angolino scritto "chat".. e che sarà mai??? era sabato sera, avevo la febbre, ero sola a casa... ma si va proviamo.. 'scegli un nick' ...un nick??? e che è un nick? ah ok uno pseudonimo e parla come mangi!... pensavo allora e lo penso tuttora, che non ha alcun senso porsi un obiettivo prima di conoscere qualcuno, un altro da sé... è controproducente perché così facendo si finisce col filtrare le informazioni che l'altra persona più o meno consciamente ci manda in base a questo famoso obiettivo e si perdono altre informazioni preziosissime per capire con chi si ha a che fare e sopratutto in che ruolo può entrare se deve entrare nella nostra quotidianità.. e magari si finisce col perdere pure la persona perché l'obiettivo è irrealizzabile, qualunque ne sia il motivo... insomma sono presuntuosamente tropo intelligente per prendermi per il culo da sola e - soprattutto, più in generale - ho troppa stima della mia persona per abbassarmi a mendicare un amore o altro in una chat... collegarsi per attraccare qualcuno da portarsi a letto è troppo deprimente... tra l'altro grazie a dio non ne ho bisogno..... Non sono nemmeno quella che dice 'io voglio solo amicizia', perché oltre a essere una cazzata, perché se ci scappa altro ho il coraggio di andare fino in fondo senza trincerarmi dietro ipocrisie varie... ho un concetto dell'amicizia talmente alto che la cosa più difficile che possa accadere è che io trovi degli amici.. pretendo troppo da loro e non è semplice diventare mio amico, perché mi conosco e so quanto sono disposta a dare ed a mettermi in gioco per amicizia, perciò mi guardo bene dal far entrare nel mio cuore le persone così... con facilità...
Io non cerco nulla, ma prendo quello che viene se mi va... e a seconda dei miei umori e della capacità dell'altro di stimolare le mie celluline grigie a 360 gradi, può anche cambiare il mio modo di rapportarmi a persone apparentemente simili... questo spiegherebbe a molti tuoi 'colleghi' 50enni, non a te perché non sai cosa è successo, il perché sono stati eliminati spesso alla prima battuta...
Ho sete di rapporti umani e quelli che riesco ad instaurare per vie diciamo normali, non mi bastano e non mi soddisfano, per tanti motivi... per esempio perché facendo una vita particolare (non lavoro e vivo con due persone anziane, la mia mamma ed il mio papà) ho poche possibilità di avere contatti col mondo esterno.. ma la vera ragione per cui sfrutto le chat è legata al mio modo di essere... se ci conosceremo dal vivo, nel tempo, ti accorgerai di un paio di cosette... ti assicuro che io (e lo dico perché a mia volta me lo sento ripetere di continuo da amici ed estranei) sono una personcina un po' particolare.. nel bene e nel male sono fuori dagli schemi (ripeto io mi reputo normale ma mi viene di continuo detto il contrario).. anche se apparentemente sembro 'tranquilla'... comunque ripeto avremo tempo di conoscerci.. purtroppo il mio carattere, la mia visione del mondo mi creano parecchi problemi con gli altri.. prima o dopo mi lasciano tutti... ed allora ho pensato magari se riesco a 'parlare' con gli altri senza il filtro della fisicità e senza che si noti più di tanto il mio modo di fare.. forse riesco pure a 'tenermi' qualcuno più a lungo.. poi una volta incontrata una persona, se sei riuscito ad instaurare un legame prima, è più semplice... so che adesso questo discorso può sembrare folle... incomprensibile.. ma sono stufa di sentirmi dire che sono bella in gamba solare intelligente e bla bal bla.. e poi il buio... tutti spariscono.. allora delle due l'una: o non è vero che sono bella solare intelligente ecc ecc.. oppure lo sono troppo, talmente tanto che nessuno riesce a starmi dietro... una volta un ragazzo, prima di sparire anche lui dalla mia vita senza spiegazioni, mi disse 'tu sei vera e la gente ha paura di doversi specchiare in te e confrontarsi con la tua schiettezza; sei troppo diretta e le persone vogliono essere prese in giro'.. forse aveva ragione, le persone hanno bisogno di essere lasciate in pace, col loro bel prosciutto sugli occhi.. non vogliono essere costrette a pensare ed a guardarsi dentro, sia pure solo per un inevitabile confronto col mio modo di fare... lo so è un discorso presuntuoso.. in parte lo sono ... si sono presuntuosa per alcune cose e tremendamente insicura e modesta per altre... ma so di valere molto umanamente parlando e sono stanca di come vanno le cose...
 
"Confido, comunque, nella tua innegabile intelligenza e nel fatto che stabilire un qualsiasi contatto umano non ha mai rappresentato alcun tipo di impegno per nessuno."
A parte quanto già detto sulla reazione della sottoscritta alla frase 'sei intelligente' (comunque non è che non mi faccia piacere... è solo che quando me lo sento dire inizio a temere l'ennesima inculata..) vorrei capire come diavolo fai a dedurre ciò... ho solo riempito, di malavoglia per giunta, una stupida scheda... quindi perché la mia intelligenza è 'innegabile'?
Secondo: non sono affatto d'accordo sul fatto che intraprendere rapporti umani non richieda impegno.. anzi dal mio punto di vista è esattamente il contrario.. io dò tutto.. ed alla fine ne esco spompata, sempre... ma mi sta bene così, non mi interessa cambiare da questo punto di vista....
In ogni caso la domanda 'cosa ci fai qui' è inutile... innanzitutto potrei chiederti la stessa cosa, e non necessariamente per gli stessi lusinghieri motivi per cui tu la poni a me... qui ci sono le stesse persone che vivono accanto a te, tutte, diversissime fra loro, a volte persino da se stesse.. la chat fa brutti scherzi da questo punto di vista.. ci incontri di tutto... è trasversale... a volte permette a chi per timidezza o, come nel mio caso, per volontà, vuole evitare il faccia a faccia iniziale e magari riesce ad essere di più se stesso (nel caso dei timidi, non nel mio)... altre volte invece si diventa ciò che si vorrebbe ma che non si è... oppure ci sono i pazzi, i depressi, i maniaci, le persone squallide, quelle intelligenti... c'è un mondo di cui io e te e miliardi di altre persone facciamo parte... tutti, ma proprio tutti abbiamo evidentemente un sia pur piccolo problema altrimenti non proveremmo la chat... oggi come oggi è un modo per incontrarsi in una società (lo so è retorica, ma anche verità) che va troppo in fretta per fermarsi a sorridersi.. è diventato complicatissimo parlare con le persone solo perché magari sono sedute a fianco a te in un bar o alla fermata dell'autobus.. ed ecco che il mio modo di fare, il mio approcciare gli altri che dal 'vivo' crea tanti problemi alla gente.. in chat diventa 'simpatico'... e tutti mi lodano per come sono spontanea in un mondo erroneamente considerato virtuale (nel senso di non reale)... quando io per strada fermo una persona per dirle 'ciao come stai?' mi prendono per pazza, mi guardano con tanto di occhi e poi se ne vanno borbottando chissà quali improperi per il tempo che ho fatto loro perdere oppure biasimando la legge che ha chiuso i manicomi... quelle stesse identiche persone che in chat al mio 'ciao come stai' rispondono divertite ed entusiaste della mia spontaneità e mi dicono 'sei forte sai? da dove digiti?'...
Infine e qui, giuro, concludo se no dovrai leggerla a rate sta lettera... infine, dicevo, l'unica cosa che potrebbe frenarmi ed in altri momenti (il discorso di prima sui miei umori) mi avrebbe fatto desistere dal risponderti, quello che di te mi 'puzza' è quanto scrivi nel messaggio e nel profilo, cito testualmente:
messaggio: Chi sono io? Un 50enne, genio e sregolatezza, afflitto dalla grave sindrome di Peter Pan.
profilo:
Qualcosa di me
"Interessante, alternativo, creativo, trasgressivo, trasversale, ironico, leale, discreto, generoso, altruista, coraggioso. Ti cerco colta, vera, decisa, cerebrale, per leale ed esaltante scambio intellettuale".
Ecco cosa penso:
interessante.. cosa che a dire il vero dovrebbero dire gli altri.. tu come fai a dire di essere interessante? interessante per chi? per te stesso.. sfido grazie al caiser... se tu ti annoiassi con te stesso avresti un problema enorme, staresti proprio messo male! interessante per gli altri dunque (stavolta ci sta il dunque hehehe) ma come fai tu a dire cosa interessa gli altri e se tu rientri in questi interessi???
alternativo, trasgressivo, coraggioso... bah! no comment.. anzi comment comment... ho il terrore delle persone che si definiscono trasgressive alternative e simili.. di solito trattatasi di insicuri convinti di essere 'diversi' dagli altri solo perché magari hanno il coraggio (dal loro punto di vista) di vestirsi in qualche modo originale o presunto tale e magari di fare cose 'strane' o di dire cose che gli altri non dicono.. insomma dei deficienti noiosissimi e inutili, quando non dannosi.... io credo che la vera originalità sia essere se stessi fino in fondo senza prendersi in giro da soli.... e sapere quando fermarsi per non essere ridicoli oppure nocivi per gli altri... l'originalità oggi è essere maturi in un mondo che fa di tutto per convincerti che invecchiare o più in generale crescere, magari vivere con qualcuno, avere dei figli fare la vita da impiegato, avere ancora qualche piccolo sogno nel cassetto e curarsi il giardino sia una cosa brutta... coraggio è guardarsi in faccia tutte le mattine e pensare che anche se la vita che facciamo non è quella che vorremmo, la si vive comunque con dignità e lealtà... da questo punto di vista il fatto che sei sposato è una nota negativa, non per quello che pensi tu...
leale... siamo sempre lì... sei sposato, se fai le corna a tua moglie non sei leale.. non lo so e non mi interessa saperlo.. ma prima di definirsi leali bisognerebbe esserlo con se stessi fino in fondo...
ironico... me lo auguro, altrimenti dopo tutto quello che ti ho scritto, come minimo mi spunti sotto casa con un paio di bombe a mano....
infine, dulcis in fundo... genio e sregolatezza.. giuro basterebbe questo per dirti va' per la tua strada... ma ti salva (dal mio presuntuosissimo punto di vista) il resto della lettera... c'è modo e modo di essere presuntuosi ... ovviamente il mio è quello giusto hehhe se no che presuntuosa sarei??? essere presuntuosi perché consapevoli delle proprie capacità è una cosa.. essere presuntuosi perché insicuri e quindi desiderosi di essere ciò che non siamo o che eravamo, è un'altra...
peter pan... detesto gli uomini che si definiscono così... sono stupidi... perché non hanno capito che la parte migliore di loro è proprio quella adulta.. voi uomini siete una razza per certi versi inferiore e credimi non faccio discorsi femministi... sono quanto di più lontano da me... ma è innegabile (stavolta sì che ci sta bene) che voi maschietti siete veramente una spanna sotto noi donne, quando si parla ovvio di donne degne di questo nome... e l'unico modo per rapportarsi a voi alla pari è aspettare che abbiate un'età tale da diventare finalmente intelligenti... ci sono rare eccezioni in giro... io ne conosco una per mia fortuna, ha il tuo stesso nome ed è il mio migliore amico...
Comunque che dirti, ho le spalle abbastanza larghe per accettare un incontro e provare a conoscersi... magari mi sbaglio.. magari no.. in ogni caso avrò fatto un'esperienza in più, serve sempre nel bene e spesso ma non sempre, nel male... non è questo il caso sicuramente... l'unico male qui potrebbe essere uscire a cena e ritrovarsi col solito uomo immaturo e coglione che pensa che mettersi i jeans lo renda giovane e magari provarci con una ragazza sia segno di virilità... ti ripeto ho le spalle larghe, esperienza e soprattutto senso dell'umorismo a sufficienza per reggerti...  francamente spero con tutto il cuore di trovarmi davanti un uomo, un adulto intelligente, serio ma non serioso, affascinante dentro (se lo è anche fuori non guasta), con cui passare una serata piacevole.. cerco un incontro di menti... alla pari... niente peter pan a cazzate simili... voglio un uomo! nessun genio e nessuna finta trasgressione .. un uomo con pregi e difetti con le sue debolezze le sue paure i suoi sogni i suoi sorrisi e le sue lacrime... uno che non abbia timore di guardarsi dentro e accettarsi per quello che è.. uno che non pensi che essere se stessi sia fare tutto ciò che gli passa per la testa.. quello è l'essere se stessi dei ventenni e va benissimo a quell'età.. ma io ho 34 anni e i ventenni  mi annoiano quando non mi inteneriscono.... da adulti essere se stessi significa essere maturi e quindi sapere quando è il caso di fare o di dire una cosa e quando no... a te la palla.... e buona giornata


Aggiornamento:
Non siamo mai arrivati all'incontro.
Dopo un paio di telefonate è sparito.
Non ne ho saputo più nulla, PUF svanito!

Precisazione:
Quando gli scrissi che non capivo il motivo per cui la mia intelligenza si potesse dedurre innegabilmente dal mio profilo non avevo ancora visto che razza di cagate ci fossero scritte nei vari profili in giro per quella piattaforma..
Ecco, dopo i miliardi di ragazze solari che amano la vita e odiano il razzismo, donne sincere ma con foto della Bellucci o simil bonazza, quelle che cerco solo amicizia ma nel frattempo mostro la scollatura o le chiappe in perizoma rosa o foto al mare in pose da calendario de noatri, cuore sole amore glitter e farfalle, capii che potevo aspirare alla genialità, altro che intelligenza!

sabato 13 ottobre 2012

Caro Diario

Quando ancora non avevo un computer e non sapevo esistessero dei 'luoghi' dove scrivere e comunicare con persone mai viste, usavo vecchie agende e quaderni per scrivere i miei pensieri. Non ero pronta per essere una blogger, non avevo il coraggio di far leggere le mie cose agli altri, a degli sconosciuti, forse per paura del loro giudizio, forse...
Ogni volta che scrivevo, davvero non volevo nient'altro che far uscire i pensieri pesanti dalla mia testolina; mentre li buttavo giù ero concentrata su di loro e non pensavo certo al mondo esterno al mio cuore. Però dopo aver terminato c'erano volte che rileggendo mi rendevo conto che in realtà mi sarebbe piaciuto se qualcuno si fosse preso la briga di conoscermi meglio guardando fra quelle pagine, ma non chiunque, ma un maschietto specifico, quello che in quel momento mi faceva battere il cuoricino; oppure certe volte pensavo di essere pazza e magari di portare tutto ad uno psicologo, per chiedere aiuto, per capire in che direzione stavo andando, se era giusta, dove sbagliavo... Altre volte invece, mi domandavo se non era il caso di distruggere quelle pagine, perchè davvero erano troppo mie e non andavano mostrate a nessuno ed allora valeva la pena correre il rischio di lasciarle lì, alla portata di tutti?
Da quando ho scoperto questo mondo webbiano ovviamente il mio approccio alla scrittura ha subito qualche piccola modifica, nel senso che a volte scrivo senza pensare a voi che leggerete. Ma altre, lo confesso, metto in piedi un post quasi solo per godermi i vostri commenti, pregustandomi già le risate che potremo farci...
Perciò questo blog sarà un insieme di post intimi, nati da un malessere del cuore e che però, pur essendo tali, ho voglia e a volte bisogno di condividere con voi e di post la cui ispirazione nasce da fuori, non parte da dentro me, ma può esser legata ad una cosa scritta in un altro blog, o da un vostro commento, o da un fatto accaduto chissà dove... Insomma sarà un po' "caro diario" ed un po' "faccio la scrittrice di blog": )

Ecco a voi un altro pezzo di me. Un pezzo del 2002 ; )

Ho sempre scritto, sin da quando ho memoria di avere imparato a farlo; a volte sento il bisogno di mettere per iscritto i pensieri per chiarirli a me stessa, prima ancora che agli altri... ho, come dire, una sorta di ispirazione e devo scrivere, è più forte di me, non posso non farlo... Quante lettere non ho mai spedito e quante volte ho iniziato un dialogo per sfociare in un monologo... Brutto vizio quello di partire per la tangente, perdendo di vista l'obiettivo e, peggio ancora, l'interlocutore... Per fortuna mi succede solo quando ho davanti un foglio bianco!
Ho scritto davvero poche lettere degne di esser chiamate tali, ed un mare infinito di biografie della mia anima; fotografie di pensieri, istanti, emozioni troppo grandi per essere semplicemente contenute nel cuore... così le fermavo fissandole nero su bianco, per farle diventare vere e credere nella loro esistenza, farle durare più a lungo, riviverle rileggendole, quando erano belle... per far sì che bruciassero meno, quando erano brutte: una sorta di esorcismo, un modo infantile di superare il dolore e la paura, per non sentirmi sola; una luce accesa di notte nel corridoio per non restare al buio nella stanza, per illudersi di aver intrappolato i fantasmi in quelle righe, lunghe catene nere di inchiostro, che proteggono il mio castello, ma anche ponte levatoio per urlare al mondo il mio bisogno di esserci, di esistere nonostante tutto...
Che confusione nella mia testa...
Quante volte avrò scritto questa frase nei miei diari? Potrei prenderli e provare a contare... ho conservato tutte le mie agende, testimoni silenziose ed infide dei miei stati d'animo, dei miei sogni e delle mie paure, ma anche dei miei tanti stupidi errori e di tutte le persone che, in qualche modo, nel bene o nel male, hanno incrociato la mia strada, lasciando un segno più o meno profondo; tutto fedelmente riportato nelle pagine di quelle agende, che ora sono lì, in bella vista, nello scaffale più basso della mia libreria, fra Pennac e la letteratura greca, e so che, se qualcuno le prendesse e le sfogliasse, dimentico di mancarmi in tal modo di rispetto, loro gli mostrerebbero senza ritegno tutti i miei segreti... ma in fondo non mi importerebbe granchè, non ho mai scritto pensando di essere 'letta', ma soltanto per liberare il cuore. E' per questo che, a volte, riciclo alcune cose, per farmi capire da colui con cui voglio instaurare un rapporto serio, di amicizia o di amore, dipende, ma comunque serio, importante: è un modo per dirgli: io sono così e se mi facessi domande dirette probabilmente, per il desiderio di piacerti come persona, non sarei davvero obiettiva; invece se ti faccio leggere questo è perchè ritengo sia l'unico modo per aprirmi totalmente senza le remore che più o meno inconsciamente poniamo in essere come filtro davanti agli occhi dell'altra persona... E poi, a volte ti capita di avere una felicissima intuizione e di riuscire a trovare esattamente le parole che volevi... e sai che non potresti esprimere quel concetto in modo migliore...
Anche adesso scrivo perché ho di nuovo dentro quel peso, quella forza che mi spinge a tradurre le emozioni in parole, a disegnare i suoni; ma oggi i pensieri sono confusi e pallidi... è come se ci fosse una nebbia che mi impedisce di vederli e quello che ho davanti agli occhi del cuore è soltanto un insieme di ombre che si muovono e si scontrano...
Come è già successo in passato, non riesco a scrivere, anzi a de-scrivere, quello che sento: ne ho un bisogno disperato, ma non la capacità. Questa è per me la situazione più difficile, quando salto con la mente da un pensiero all'altro senza logica e talmente velocemente da non riuscire a fermare l'immagine. Di solito, quando mi sento così, prendo la macchina e vado in giro, senza méta e finisco sempre nello stesso posto, a seconda del tempo: mi ritrovo in montagna (più spesso), o in riva al mare in inverno, se piove... Amo la solitudine, la cerco, eppure ne ho paura.
Se almeno riuscissi a piangere, uno di quei pianti travolgenti, devastanti, che ti svuotano, quelli che non puoi fermare; ma non servirebbe a nulla, perchè non c'è nessuno ad abbracciarmi in silenzio ed a lasciare che le mie lacrime inzuppino la spalla della sua maglietta; qualcuno che mi prenda il viso tra le mani, quando il fiume ha finalmente interrotto la sua corsa, ed asciughi con le dita i rivoli sulle guance; qualcuno che riesca a dirmi con il più tenero degli sguardi il più profondo dei 'ti voglio bene', fermando quelle ultime gocce di acqua e sale ancora sull'orlo delle ciglia, indecise se scendere per dare il loro contributo ad una pena infinita che batte allo stesso ritmo del cuore, talmente in sincrono da non esserne più distinguibile...

domenica 30 settembre 2012

Vagine indecise o Peni incapaci ?


Ho letto, divertita, il seguente post:
http://memoriediunpene.wordpress.com/2012/09/22/vagine-indecise/
Il link al blog di questo simpatico fanciullo lo trovate nell'elenco a destra 'La mia Blogosfera', direi che è riconoscibilissimo :) e l'ultimo post qui indicato si gusta veramente appieno se si leggono anche gli altri, perchè c'é una sorta di nesso logico (?) che collega i vari post (lunghi come piace a me ma di numero ridotto, quindi potete farcela).
Sono lieta di constatare che esiste qualcunaltro oltre me che scrive post lunghi, chè ero un po' stufa di essere bonariamente rimproverata per la mia logorrea: almeno adesso potrò dire che non sono sola! Oddio, il ragazzo deve ancora allenarsi parecchio per potermi battere, ma diamogli tempo suvvia, magari ci riesce...
La lettura del su citato mi ha fatto venire un po' di idee ed ho deciso di scrivere un altro post nuovo di zecca.. Si lo so dovevo pubblicare prima tutti quelli vecchi, prima o poi accadrà, su tranquilli :D
Per spiegarmi meglio farò degli esempi basandomi sulle abitudini del maschio siculo medio, che è la categoria di cui ho maggiore esperienza. Questo non significa che tutti i siciliani sono così, ma solo che purtroppo qui c'è una mentalità chiusa, diffusa che porta gli uomini nostrani ad avere comportamenti aberranti, almeno per i miei standard.
Esterno giorno, 10:30 del mattino, entro in un bar per un tè freddo, mi siedo ad un tavolino, apro un libro o il computer o quello che vi pare e sono assorta nei miei pensieri; sono vestita in modo normale, senza niente che possa lanciare messaggi subliminali a sfondo erotico sessuale. Però sono graziosa, magari un po' sovrappeso, ma nel complesso ho un mio perchè, ergo a qualcuno piaccio; dulcis in fundo, ho le mani curatissime con unghia lunghe smaltate (non necessariamete del rosso troiè di cui parla il su citato)... Questo particolare viene letto 8 volte su 10 come 'questa è una femme fatal' se il maschio in questione è di cultura medio/alta, altrimenti la frase è 'guarda sta buttana'...
Già qui potremmo aprire un dibattito infuocato. Perchè mi può anche stare bene che chi mi vede pensi determinate cose, ma prima di saltare alle conclusioni e dare per scontato di aver ben compreso e soprattutto ottenuto una scopata certa, bisognerebbe guardare altri segnali e farsi un quadro completo e poi magari agire ma sempre col cervello sul tasto ON.  Inoltre essere eventualmente femme fatal (cosa molto lontana da me, purtroppo) o essere una del mestiere (anche questa lontana da me, non foss'altro perchè -quando decido- la do via gratis) non significa allargare le gambe davanti a chiunque, magari vuol solo dire che non mi interessa farmi guardare da tutti ma solo da chi ha la capacità di notare certi particolari dando loro la giusta interpretazione e che mi piace anche darla ma a chi decido io e non a chiunque la voglia, ma a questo secondo passaggio il maschio siculo medio non sempre arriva.
Quello che io fatico a comprendere è il seguente doppio sillogismo:
una donna a cui piaccia il sesso è puttana; una puttana va trattata male, perchè non merita rispetto.
Ma dico siete imbecilli o cosa? Dio, se esiste, cosa di cui personalmente dubito, dovrebbe fulminare tutta quella schiera di gentaglia che dice di parlare a nome Suo e che ha inculcato nella testa della gente stronzate a largo spettro come queste, che poi fanno danni di proporzioni incalcolabili, dalla frigidità ad alcuni tipi di violenza sulle donne, passando per le corna fatte da quegli omuncoli che siccome a mia moglie certe cose non le posso chiedere allora vado dall'amante che il pompino me lo tira bene o dalla prostituta che per 50 euro non mi fa storie se mi prendo il suo culo...
Magari tua moglie è pure più brava, coglione e spero che lo sappiano in molti e che si facciano crasse risate alle tue spalle. Oppure lo è, ma non lo sa, perchè per tutta la vita le hanno detto che deve essere pudica perchè lei è moglie e madre e certe cose le fanno solo le donnacce e lei ha finito col crederci e se le chiedi una cosa simile ti dice no...
Una cosa che accomuna molte religioni è la visione maschilista dei rapporti uomo-donna; non è difficile comprendere perchè al genere maschile convenga far credere che se un uomo fa certe cose è perchè non sempre può tenere a bada le spinte del suo pisello, mentre una donna non avendo il su citato gingillo certe pulsioni manco le prova. Quindi donne, mogli devote, non prendetevela se vostro marito scopa a destra e a manca, è la natura che glielo impone, povero figlio, perchè se lui potesse non lo farebbe; ma guai a voi se fate altrettanto, poco di buono che non siete altro!
Guardate che il delitto d'onore ed il cosiddetto matrimonio riparatore sono stati aboliti SOLO nel 1981. Prima di quella legge, un uomo (NON una donna) poteva uccidere la moglie adultera o la figlia non più vergine o poteva costringere quest'ultima a sposare il maschietto che l'aveva messa incinta, il tutto per salvare il suo onore.. E, udite udite, se il maschietto in questione l'aveva stuprata ma lei, disonorata, 'accettava' di sposarlo, automaticamente il reato di violenza veniva meno. (Anche perchè all'epoca lo stupro era un reato contro l'onore e non contro la persona, che schifo!) Vi rendete conto o no? 1981 maledizione, non 1481, novecento cazzo! (Qualcuno ricorda il caso della ragazza di Alcamo, Franca Viola?)
Ok ritorniamo al tavolino ed al tè freddo; un tizio si avvicina, ha un aspetto che per i miei parametri risulta gradevole, quindi gli sorrido. Da questo preciso istante inizia lo scanner del mio cervello sulla prosecuzione del suo approccio che fará la differenza sul dare o meno il mio numero di telefono (il numero, non tutto il resto, si va per gradi, se no dov'è il divertimento?): ti siedi e inizi una chiacchierata? Ottimo! Mi dici, restando in piedi, ciao bella mi dai il tuo numero? Defenestrato! E non perchè la sottoscritta non gradisca l'approccio diretto, ma perchè c'è modo e modo di essere espliciti (la classe non è acqua) ed io al primo posto metto sempre il cervello delle persone con cui ho a vario titolo a che fare. Quindi PARLAMI, fammi capire se io e te possiamo capirci e con la stessa velocità di pensiero... Non mi interessa sapere se sai a memoria tutti i canti della Divina Commedia, ma voglio capire se per grandi linee siamo cerebralmente simili, perchè a 42 anni non ho più l'ormone in subbuglio e non ho più la curiositá di scoprire il sesso; ho fatto le mie scelte, giuste e sbagliate, ne ho accettato le conseguenze, ho la mia valigia di ricordi ed esperienze, mi conosco abbastanza per sapere che una scopata fatta solo di dentro-fuori-vengo non fa per me, io voglio l'erotismo, il gioco, voglio darmi a qualcuno che sa di maschio e può farmi godere pienamente del mio essere femmina... Non mi interessa un pene non accompagnato da un cervello funzionante. Non mi interessano le sveltine nelle scale, ho giá dato, voglio che mi si dedichi del tempo per fare tutto senza fretta assaporando ogni istante ed ogni centimetro dei nostri corpi. Quindi l'eventuale invito a cena o altro non è perchè prima di dartela devo spennarti, ma serve solo ad annusarci a distanza, ad aumentare il piacere, a flirtare, ma devo spiegartelo io? Non ci arrivi da te?
Voglio innanzitutto un Uomo (e già qui... ), intelligente porco ed elegante, ecco! (N.B. elegante ovviamente non si riferisce all'abbigliamento, che ve lo dico a fare?). Se poi ha anche un pene di dimensioni normali che riesce a durare abbastanza allora potrebbe anche essere l'uomo della mia vita... Ma quella è un'altra storia, chè qui si sta parlando di sesso, mica rose e fiori!
Supponiamo che alla fine io ti dia sto benedetto numero di telefono. Cosa vuol dire? Che è sicuro che usciamo e scopiamo? No! Vuole solo dire che mi piace per il momento avere a che fare con te, che fino ad ora sei stato bravo, quindi andiamo avanti, forza, prossima mossa, mi interessi, ma a che titolo lo dobbiamo ancora capire o forse lo devo capire solo io, chè magari te lo sa già da mo'! Va bene, mi sta benissimo. Ma i miei canali sono complessi, non puoi pensare che per il semplice fatto che ho accettato di uscire il resto arriva comunque: magari anche io sto pensando alla stessa cosa, anche io voglio bere qualcosa e poi salire a casa tua, ma non lo do per certo, perchè se mentre parliamo e beviamo tu fai o dici qualcosa che dal mio personalissimo, presuntuosissimo punto di vista è fuori dal mondo io a cambiare idea ed a mollarti lì seduta stante ci metto un nano secondo.
Una volta ho scaricato un tizio perchè ha iniziato a parlarmi dei segni zodiacali, sostenendo l'importanza della loro influenza sulla nostra vita e che dai vari trigoni e non so che altro dipendeva la sua capacità di soddisfare appieno una donna... Ora, non so voi, ma io di rischiare di restare a bocca asciutta (doppio senso voluto) perchè Marte è entrato in Plutone, trascurando Venere e questo porta la Donzella Strabica a vendicarsi facendotelo ammosciare, non mi va proprio, ecco!
Purtroppo con l'avanzare dell'età divento sempre più incontentabile; lo so molti mi dicono che è stupido, perchè la chiappa è meno soda, la cellulite avanza, nel visetto bellino si affacciano i segni delle gioie e dei dolori vissuti senza risparmiarsi, insomma esteticamente non posso certo migliorare e quindi dovrei forse essere meno pretenziosa. Ma questo avrebbe un senso se io le mie pretese le rivolgessi all'addominale scolpito o alla prestazione alla Sting (Lo ha detto lui che con il sesso tantrico va avanti per otto ore... )
Invece quello che cerco di capire io, limitandoci all'argomento del post, quando mi trovo un uomo davanti è se può essere capace di amarmi fisicamente in modo completo, alternando momenti romantici a passione pura, erotismo e parole spinte a coccole tenere e risate, trattandomi da regina e da puttana perchè sono entrambe, scopandomi il cervello ed il corpo.  E badate bene che tutto questo non lo chiedo al primo incontro intimo, ma nell'insieme degli incontri, scopata dopo scopata, man mano che si prende confidenza. Perché, non so voi, ma a me capita di rado che la prima sia come si vede nei film, con intesa pazzesca a mille, nessunissimo imbarazzo e prestazione da Champion's League.
Se poi ci si innamora e si va oltre allora nel letto entra anche una terza componente, il cuore, ma se non c'è, se è solo sesso, non vuol dire che si possa prescindere dalle altre due; almeno io la penso così: voglio un pene con un cervello funzionante attaccato dietro!
Voglio un uomo intrigante, che sappia stuzzicarmi, che dimostri coi fatti di apprezzare la mia intelligenza oltre che il mio corpo e che sappia sfruttare entrambi per portarmi ad un piacere intenso e prolungato, che perduri anche dopo quei pochi secondi dell'orgasmo fisico.
Se tutto questo significa che non riesco a scopare spesso, pazienza, che vi devo dire? Mi comprerò il dildo con la ventosa che ho visto nel post di un tizio, ma come giustamente mi ha suggerito quell'ingrato di Lider cui volevo regalarlo (vedi primi 5 commenti al post di Settembre sullo smanettone nottambulo) non lo userò sui vetri, chè poi pulire è un casino!