Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog

Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog.

Voglio sentirmi libera di parlare di qualunque cosa gironzoli per la mia testolina con il linguaggio che riterrò più appropriato all'argomento o anche solo al mio stato d'animo del momento; e voglio che anche chi commenta i miei post possa fare altrettanto; ma non voglio urtare la sensibilità di nessuno. I contenuti forti di un blog non sono necessariamente legati al mondo del sesso: si può parlare in termini crudi anche di politica, religione o dei litigi col vicinato.
Io parlo e scrivo esattamente come vivo: pane al pane e vino al vino, chiamando le cose col loro nome, perché non ho mai avuto paura delle parole. Quindi amici e nemici, passanti di una volta e masochisti fissi, qui si scriverà di tutto, ergo chi vuole resti, chi non vuole vada.
Tutti i commenti sono benaccetti, anche le critiche, purché fatti con intelligenza (per chi la possiede) e con rispetto (che invece pretendo da tutti). Non ho messo la moderazione ai commenti e non cancellerò niente di quanto scriverete, ma ognuno si assuma la responsabilità di ciò che lascia ai posteri e sappia che corre il rischio che io gli risponda.
Rispetto le persone che si sentono offese da alcuni tipi di linguaggio o di argomenti: per loro ho messo le avvertenze sui contenuti del mio blog, ma è un'arma a doppio taglio, perchè chi continua a leggere poi non venga a farmi la morale! Al di lá di qualche imprecazione che non è necessario comunicare alla sottoscritta, non si curi di me ma guardi e passi...
Per sapere chi è lo smanettone con polluzioni notturne che ha reso necessario questo chiarimento andate a leggere il 'Post nudo e crudo' del 18 Settembre 2012

lunedì 31 dicembre 2012

Relativo al post precedente

Quando pubblicai il post precedente nella vecchia piattaforma, arrivarono moltissimi commenti, la maggioranza dei quali, devo dire, davvero esilaranti, lasciati da persone evidentemente intelligenti che seppero leggere l'ironia fra quelle righe e parole e che lo presero per quello che era: uno scritto per ridere delle complicate interazioni maschio/femmina...
Tutti compresero tranne una ragazza, Laura (non pubblico il nick perché credo esista ancora e non voglio creare altri problemi ad una persona che ne ha già tanti di suo; il nome invece, pur essendo proprio, non consente identificazione alcuna. Non so nemmeno se è quello vero, dato che all’inizio si firmava Sarah, con tanto di h finale). La signorina passava spesso dalle mie parti, leggeva tutto e scriveva commenti di vario tipo, spesso a sfondo religioso, citando parti della Bibbia et similia... Essendo sempre stata gentile con me, ho cercato di trattarla allo stesso modo, ma preciso che -nel suo blog- avevo lasciato, tempo addietro, un commento per spiegarle il mio punto di vista sulla religione e sulle associazioni che in qualche modo ad essa fanno capo.
Nonostante tutto ciò, la gentile donzella lasciò un commento lungo e particolareggiato su come vedeva la situazione; io risposi sempre giocando con le parole ed usando i toni sarcastici che mi contraddistinguono anche nella vita di tutti i giorni; la cosa degenerò ed alla fine scrissi un post per mettere in chiaro il mio punto di vista, definitivamente e senza possibilità di fraintendimenti.
Quindi pubblicherò qui di seguito la querelle avvenuta all'epoca e poi, la prossima volta, il post che scrissi, giusto perché altrimenti quest'ultimo sembrerebbe fuori da ogni logica, ed invece ha un perché e siccome evidenzia un altro aspetto del mio carattere, vorrei lo leggeste per capire meglio chi è Maria, nel bene e nel male, pregi e difetti, più i secondi che i primi, in questo caso.

Commento di Laura (ricopiato senza cambiare una virgola, errori inclusi):
Non sono una puritana e non sento odore di santità, ma come al solito ti servo le mie parole con sincerità nel pieno rispetto della tua vita e delle tue scelte. Tu chiedi del buon sesso, ma lo sai che il sesso pur buono che sia, pur appagante che possa essere lascia cmq dietro di sè una scia di vuoto grandissima? Perchè io non ci credo Maria che tu vuoi solo una bella scopata, non ci credo che vuoi solo un orgasmo. E non è che non ci credo perchè il tuo corpo e la tua mente non lo desiderino o perchè sia una cosa meschina. Ma non credo che tu voglia solo questo: perchè tu nascondi dentro di te un grande desiderio di essere amata e di dolcezza. No, non ti sto psicanalizzando, ma leggo tra le righe di quello che scrivi. E non serve Freud per cogliere il bisogno di amore e di AMARE che hai: il tuo desiderare coccole, il tuo voler del tempo dopo l'amplesso. Questo non è contemplato in un coito mordi e fuggi, perchè è sesso...e il sesso purtroppo, solo sesso, è così: vuoto, dove nulla è coltivato. Non sono una santa, ma non sono neanche una puttana, ma non credere che quando ci si ama non si hanno rapporti soddisfacenti. Però la profonda differenza è che se ti sei trovata un VERO uomo, non ha bisogno di chiederti se ti è piaciuto, se "sei venuta" ecc.. Perchè il compagno della tua vita lo capisce dall'odore dei tuoi capelli, dalle pupille dilatate dei tuoi occhi, dai tuoi seni all'insù che sembrano cercarlo ancora e non averne mai a sufficienza di questa passione. Ecco vedi l'amore porta con sè il seme e il germoglio della passione, dove dopo ci sono le coccole, i sorrisi, il tempo di contemplare l'uno il viso dell'altro. Ma per il sesso, non ci sono uomini, ma solo imbecilli con il bisogno impellente di sfogare il proprio isitinto sessuale stufi di masturbarsi da sè. Sono una cristiana, ma sono anche una donna, e posso dirti che solo l'amore, solo una storia seria e fondata sul rispetto e l'affetto può darti quello che cerchi. Quelle vibrazioni, quei sospiri e i gemiti che desideri soffocare sul suo viso. Il succo di tutto questo è che tu stai cercando qualcosa che non troverai così, perchè ricorda che prima del corpo si appaga anche il cervello e il cuore. Questo è quello che penso, e mi sembrava giusto dirtelo, come dico tante altre cose. Le mogli, le fidanzate non sono delle sante, sono donne come te, donne però di UOMINI che non sparano quelle idiozie sulla pseudo santità delle loro compagne; perchè questi uomini le amano e non hanno bisogno di cercare da te o da altre donne il piacere tra le lenzuola. Solo gli annoiati, chi considera una donna un oggetto con cui sfogarsi, cercano altre donne con cui "accoppiarsi" perchè son già stufi di quella che hanno... Questo perchè il valore che loro danno alle donne è solo quella di un oggetto e in realtà non è che la loro compagna sia una santa, è che sono questi maschi ad essere annoiati di vedere sempre lo stesso buco. Questa è la verità, quella che non dicono, come non ti dicono che cercano te perchè le donne che li conoscono davvero neppure gli danno la minima confidenza. Non ti sto dando della poco di buono, ti chiedo di AMARTI e di chiedere di meglio che del buon sesso. Buon inizio settimana e scusami se forse senza volerlo sono stata un po' dura e un po' troppo diretta. Un abbraccio, Laura
 
Mia risposta dell’epoca al commento:
Cara Laura, ti ringrazio – commossa – del tuo lunghissimo commento in calce al mio post. Grazie soprattutto per le tue spiegazioni, giustamente dettagliate, sulla vita sessuale di coppia. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine dei tuoi seni all’insù che cercano il tuo compagno. Sono riusciti a trovarlo? Spero di si. Ah! (sospiro) Mi sfugge, a dire il vero, che tipo di odore emanino i capelli dopo l’orgasmo. Vedi, ho ancora tante cose da imparare; forse dovresti prestarmi la tua collezione di romanzi rosa, così anche io potrò trovare un uomo sul cui viso soffocare i miei gemiti.
Sfido qualunque essere umano a contraddire il fatto che fare sesso con la persona di cui si è innamorati, ricambiati, sia una delle esperienze più esaltanti che il corpo e la mente in sincrono possano provare. L’ho vissuto e so esattamente di cosa parlo. Peraltro lo avevo sottolineato anche nel post. Non lo hai letto questo passaggio? Forse avevi ancora le pupille dilatate e ti è sfuggito; o eri distratta dalla ricerca del tuo compagno. Dovresti rimetterti il reggiseno, secondo me.
Detto e ridetto questo, spero tu sia seduta (e vestita) per concentrarti su quanto segue: so di darti una delusione, ma io sono una persona estremamente fisica, in tutto quello che faccio. Spesso dipingo a mani nude toccando i colori con le dita. Amo mangiare la pizza con le mani. Amo toccare le persone, sia quelle che mi stanno simpatiche a pelle, sia – a maggior ragione – gli amici cui voglio bene: quando li vedo non mi limito al saluto, ma li abbraccio forte e durante la conversazione tocco la loro spalla o il braccio (dopo essermi lavata le mani, giuro!)... Ho un estremo bisogno del contatto fisico con le persone e con le cose, nella mia quotidianità. Ho fatto l’errore di sperare e di inseguire la mia speranza per molto tempo e quindi non posso escludere, visto che sono sola da anni, che trovando un buon amante, degno di questo nome, alla fine non speri di trovarci anche un buon compagno di vita. Rimane il fatto che, per come sono fatta, la sessualità e l’erotismo sono due cose per me irrinunciabili, che cerco (non qui ma in generale, in questa fase della mia vita) a prescindere dal resto. Cerco un incontro di menti superiori attraverso due corpi terreni (ammazza che ho scritto: domani nevica pure a Catania!).
Non ho nessuna intenzione di sposarmi, né di avere figli e sto bene così... Purtroppo ho incontrato, lungo il mio cammino, una valanga di deficienti (nel senso latino del termine) e di incapaci non tanto di scopare, quanto proprio di ESSERCI e quindi da questo punto di vista sono un po’ avvilita; perché neanche a me interessa il ‘dentro-fuori-dentro-fuori-vengo-ti è piaciuto?’... Non ho più 20 anni da un pezzo, i miei ormoni non sono in subbuglio per lo sbocciare della pubertà, non mi sono mai piaciute le sveltine e, soprattutto, ho troppa stima di me stessa per accettare di fungere da svuota palle. Il mio post, fra il serio ed il faceto, con ironia (che molti hanno colto) e in modo anche caricaturale di descrivere situazioni e persone, alla fine era più uno sfogo che una dichiarazione di intenti; dichiarazione che, invece, faccio qui per spazzare via definitivamente ogni dubbio dal tuo cuore: “AAA. Cercasi tronchetto della felicità a cui sia attaccato un maschio pensante. No perditempo. Astenersi prima esperienza”. Spero di trovarlo nel raggio di 30 max 50 km. Ciao Laura!
 
Laura (again):
Personalmente non intendevo nè dare lezioni sulla sessualità di coppia nè tantomeno leggo romanzi rosa. Sono romanzi che non amo e che trovo parecchio noiosi, nonchè devianti da quello che è il vero amore. Cmq sia non ho colto il motivo di questa vena così acida del tuo post: sembra quasi ti abbia offesa o abbia scritto un qualcosa di erotico! Mi scrivi se ho su il reggiseno, mi chiedo davvero da cosa scaturiscano parole così perfide. Non mi sembra davvero di meritarmi tutto questo, non pensavo che potevo offenderti con le mie parole. Non pensavo di ferirti, anzi, io cercavo un altro punto...ma probabilmente tu cerchi semplicemente un pezzo di carne per riempirti. Ebbene, certo la vita è tua, però non credevo di meritare parole così dure. Non credevo che un mio post, scritto con cuore sincero con interesse ad una persona che fino a pochi giorni fa mi scrive che sono cara e sensibile, mi faccia apparire come una stupida che mentre scrive stia nuda. Non so cosa ti passi per la testa, quello che so è che forse per avere il plauso della folla, è divertente anche trattare le persone così. Va bene, fa parte di questo mondo. Io torno nel mio angolo, senza permettermi di commentare oltre. Qui è casa tua e sei stata ben chiara nel far capire, quasi deridendomi, che la mia presenza non è più gradita. Ora la folla ti acclama, brava scrivi cose che agli uomini piace leggere, che alle libertine senza pudore piace leggere. Buon proseguimento Maria, le nostre strade si fermano qui. Con sincerità, Laura

A questo punto le mie ovaie friggevano a tal punto che un semplice commento di risposta non era sufficiente e le dedicai un post dal titolo Adesso basta!
Lo pubblicherò subito dopo questo, ché se no diventa troppo lungo e poi vi arrabbiate : )

mercoledì 26 dicembre 2012

Forma e Sostanza, farneticazioni di una notte insonne ...

... ovvero quando inizi un discorso e perdi il filo
 
 
Attenzione: post per persone adulte non solo all’anagrafe; si sconsiglia la lettura ai puritani, alle persone in odore di santità, ai minorenni mentali ed agli eiaculatori precoci
 
Qualche giorno fa ho incontrato per caso un Tizio con cui avevo avuto a che fare anni orsono (credo fosse il 2004).
E’ stato lui a fermare me.
Onestamente non lo avevo riconosciuto.
Onestamente non mi sarei fatta fermare se lo avessi riconosciuto.
“Felicemente sposato con un figlio” –mi dice- “in attesa del secondo; e tu che fai? Come mai non sei sposata? Ti posso chiamare qualche volta, ho ancora il tuo numero sai? Mi ricordo bene di te” (sorriso idiota a chiusura e strizzatina d'occhio).
‘MeglioDInoGRAZIEscusaVADOdiFRETTAaddio’.
Monto in macchina, metto in moto e zac! Ecco che ricordi sepolti riaffiorano... era meglio cremarli ‘sti ricordi, così non potevano essere riesumati!
Non lo sapevo che era fidanzato all’epoca... non ne avevo idea... ma non sono stata creduta e la telefonata a casa con gli insulti di lei la prese mio padre... e quelli di alcuni amici (?), che mi hanno voltato le spalle perché “delusi” dal mio comportamento, invece li ho subiti io... Io che fino a un mese prima ero “una così dolce e brava ragazza”...
In una splendida mattina di sole settembrino mi passa a prendere, salato per l’immersione appena terminata, con la barba incolta “perché il sabato faccio solo quello che mi piace e la barba non lo è”...
Va buo’ però se sai che hai un appuntamento con una ragazza che frequenti da poco ed hai già deciso di portarla a casa tua per la prima volta...
“Era da un mese che non facevo l’amo... sesso”. Si, ha detto prima amore, poi si è corretto: sesso. Così scopro che per lui si fa sesso quando non c’è il sentimento e l’amore quando si prova qualcosa...
Non volevo la luna; non speravo che avrebbe avuto un comportamento da innamorato... Non me ne fregava niente delle rose e dei cuoricini. Pensavo solo che sarebbe stata una bella scopata, per questo ho accettato il suo invito...
Ma perché se non si è innamorati non si può fare l’amore? Sesso, amore ma c’è davvero una differenza così marcata? E dipende solo da quello che proviamo per la persona che abbiamo accanto (o sopra, o sotto, insomma fate voi)? Quando sto con qualcuno cerco di dargli il meglio che ho da dare in quel momento, partecipo comunque al 100% con corpo e anima; semplicemente, se non sono innamorata, non apro il cuore a sensazioni durature e più profonde (se ci riesco). Posso fare anche sesso con chi amo e l’amore con uno che non rivedrò mai più... se proprio vogliamo distinguere le due cose... Ma, al di là delle definizioni (ognuno ha la sua), questa distinzione è pericolosa: a quanti uomini ho sentito dire “no, questo a mia moglie non lo chiederei mai!”... Perché? Maledizione, perché impedire alla propria compagna di giochi e di vita di condividere tutto e privare così la coppia di un rapporto veramente completo e quindi più vero, profondo, soddisfacente per ENTRAMBI e stabile? Cosa c’è di male? Che rabbia!
Ma torniamo al Tizio: esce dal bagno (dove era entrato vestito) con un enorme telo di spugna di quelli da doccia attorno alla vita... ora, a parte il fatto che non essendo altissimo, era ridicolo con quel coso a mo’ di pareo che gli arrivava fino alle caviglie e che ha messo a dura prova la mia libido (salvata solo dalla mia crisi di astinenza)... a parte questo, dicevo... dov’è finito lo splendido, eccitante, necessario gioco dello spogliarsi vicendevolmente e –sopratutto- lentamente, fra un bacio, una carezza ed una sbirciata al centimetro di pelle finalmente svelato?
Mi spoglia in meno di 2 minuti, 30 secondi di preliminari, preservativo e via...
Dove sono finiti i baci? Dove gli sguardi che lasciano presagire il dopo? Dove le carezze a fior di labbra per assaggiare una pelle di cui si scopre per la prima volta il sapore? Ah, già!!! Questo è fare l’amore, con me è solo sesso, quindi perché perdere tempo?
Perché non ci può essere poesia anche nel solo sesso? Non comprendo. Che senso ha avere una ragazza nel letto e farci solo dentro e fuori? Basta un buco nel muro allora o il materassino giallo del post di Cialtrone ( http://blog.libero.it/Cialtrone/10775502.html ) e non spendi soldi in preservativi...
Preservativi che poi, elegantemente, mi ha pure regalato, dicendomi, sempre elegantemente, “puoi usarli come credi”!!!! ... ‘#%**%^~%%¥#*’ ... Cioè con altri uomini, escludendo che possa farci dei palloncini per gavettoni sulle scale...
E, dulcis in fundo, “sei venuta vero?” ... ‘Ceeeeerto’...
Credo sia superfluo aggiungere che non c’è stato nessun altro incontro e che quell’episodio tristissimo è rimasto figlio unico di madre vedova...
Mi ero preparata a quell’incontro come ho fatto e farò per qualsiasi altro: doccia, depilazione accurata, leggerissimo velo di crema senza profumo su tutto il corpo, lingerie sexy, capelli e trucco, vestito da ‘femminuccia’... L’unica cosa che volevo era un’oretta o due di coccole, baci, giochi, erotismo, risate e magari un orgasmo, anche uno solo, comunque procurato, anche autoindotto ma con un minimo di partecipazione attiva da parte sua! L’unica cosa che volevo era del buon, sano, vecchio, sesso (o amore o 4 salti in padella o come volete voi)...
L’unica cosa che non avevo calcolato (a parte la sua idiozia) erano i ‘compartimenti stagni’, le celle di isolamento...
Esistono –per molti uomini- due categorie di donne: le sante (madri, sorelle, mogli, figlie e alcune suore) e tutteLEaltre. Le sante lo fanno solo su esplicita richiesta dell’uomo, perché prive di propri desideri e di spirito di iniziativa e quasi esclusivamente nella posizione del missionario. TutteLEaltre fanno di tutto di più e non è indispensabile trattarle bene.
MICROCEFALI !
Ma perché non riesco a trovare un uomo capace di amarmi fisicamente anche senza amarmi mentalmente? Ormai non spero più di trovare un uomo di cui innamorarmi ricambiata, ma almeno un buon amante si, cavolo! Lo so che quando sei innamorato è tutto più bello, le sensazioni trascendono il corpo, invadono la mente fino nei punti più nascosti e sconosciuti, il benessere è totale e più profondo, più duraturo, lo so OK! Ma tecnicamente è la stessa cosa, porca puttana, fai le stesse cose, gli stessi gesti, i baci, le carezze, la passione, la scoperta dell’altro... Sarò pazza io, forse... ma non capisco perché gli ultimi incontri che ho avuto sono stati tutti egualmente insoddisfacenti. (Vi state facendo i conti? Dal 2004 ad oggi sono 8 anni meno gli ultimi 2 meno l’astinenza ok lo so sono messa male... diciamo però che negli ultimi anni ho avuto altre priorità, quindi ho messo da parte me stessa per stare accanto ad una persona che meritava il 100% delle mie attenzioni).
Ho capito abbastanza presto di vivere in un mondo che privilegia la forma a danno della sostanza, dove il contenitore è fondamentale al di là e più del contenuto. Nella migliore delle ipotesi si riesce ad arrivare alla seconda se la prima rientra negli schemi richiesti: se mi vesto alla moda forse trovo qualcuno che –riconoscendo la forma- impara a conoscere la sostanza e, a quel punto, la considera (finalmente!) più importante.
Da un po’ di anni, però, ho come la sensazione che le cose siano peggiorate. Non solo c’è sempre più gente che considera fondamentale apparire, ma anche nell’essere c’è una sorta di dicotomia, come se nell’essenza si ripetesse in piccolo la differenza fra forma e sostanza: anche quei pochi che considerano essere più importante di apparire vogliono però che l’essere abbia una forma specifica, una forma riconoscibile e -per questo- rassicurante... (ma perché non me me torno a dormire invece di scrivere cazzate?).
Tornando all’argomento di partenza di questa follia sotto forma di post, se una donna vive liberamente la propria sessualità come e quanto un uomo (essere), non può, anzi non deve, dirlo o farlo capire (apparire). Altrimenti è una che la dà via facilmente e che, per questo, va collocata nella categoria di quelle poco serie, che frequenti solo per scopare, ma che mai e poi mai potranno avere altro ruolo nella tua vita, perché non sono donne complete; secondo il principio della ‘parte per il tutto’ loro sono solo vagina + culo + tette e basta: non hanno un cuore, men che meno un cervello, non hanno sentimenti, sono solo un buco (o due a seconda dei gusti). Conosco uno, mi piace, gli piaccio, passione travolgente, si finisce a letto; per me questo non preclude nulla, nemmeno che da una cosa prettamente fisica possa nascere un sentimento importante, col tempo... per lui invece si!
Vivo in un mondo in cui c’è un estremo e triste bisogno di riempire ‘caselle’. Ogni essere umano ha una sua personale (quando va bene e non è subdolamente indotta da altri, esempio tv e giornali) suddivisione dei tipi e dei ruoli in cellette e dentro ci schiaffa le persone, gli altri, indipendentemente dal conoscerli o meno, anzi, meglio senza conoscerli troppo bene, altrimenti si accorge che non esistono categorie nette e sarebbe destabilizzante; finirebbe l’illusione del controllo e, con essa, la fine di ogni certezza. Invece: mettiamo un’etichetta virtuale sulla fronte di ogni essere umano che incontriamo ed inseriamolo nella cella corrispondente. E a nanna tranquilli.
Se io dò l’impressione di essere una brava ragazza (secondo i criteri di chi cataloga) allora ho un’area di azione abbastanza ampia; posso cioè fare e dire molte cose, anche leggermente fuori dagli schemi, ma rimango una brava ragazza. Al massimo si può aggiungere all’etichetta un cartellino con la scritta “originale”. Nel mio caso di solito il cartellino recita ‘artista’, che per i catalogatori di professione è la stessa cosa. In quanto artista mi è concesso essere un po’ bohemien, quindi stravagante ed è perciò normale che io non corrisponda perfettamente allo schema che hanno in testa, senza per questo far crollare il sistema: l’equilibrio è salvo. Se, invece, dò l’impressione contraria, cioè di non essere tanto brava (il che di solito succede quando si passa dalla fase di contemplazione del mio visino da angioletto all’ascolto in presa diretta delle mie risposte a domande del piffero molto frequenti fra la gente ‘perbene’) se, dunque, mi si colloca fra le cattive compagnie ecco che magicamente il mio range di azione si riduce drasticamente. Qualunque cosa io faccia o dica verrà certamente interpretata nel senso peggiore e giudicata severamente di conseguenza.
Se sono una brava ragazza e finisco a letto con uno che non conosco da molto è perché sono un essere umano e tutti commettiamo degli errori, oppure perché sicuramente è stato un colpo di fulmine, o –ancora- perché in quanto brava sono necessariamente anche ingenua e lui un mascalzone. Se non sono una brava ragazza allora andare con uno sin da subito è la conferma del mio essere facile e superficiale e lui non è un mascalzone che si approfitta del mio cuore fanciullo, ma un bravo ragazzo caduto nelle grinfie della strega cattiva, oppure un uomo che, in quanto tale, non può rifiutarsi se una gliela sbatte praticamente in faccia; che poteva fare poverino lei era vestita in un modo che faceva capire tutto, poveretto a quel punto non è colpa sua, è stata lei...
Eh già, poveretti questi uomini smarriti senza libero arbitrio, collegati direttamente col proprio pisello bypassando il cuore... Questi uomini che vorrebbero, davvero, ma proprio non possono resistere all’alzabandiera, non è colpa loro, la natura li ha fatti così.. Questi uomini declassati al rango di animali, schiavi dei loro istinti... Gli stessi istinti che a noi donne sono preclusi perché in caso contrario il declassamento sarebbe ben peggiore: in basso, sotto la categoria degli animali, c’è quella delle puttane (termine che indica non solo e non tanto le donne che esercitano il mestiere più antico del mondo, ma in generale tutte le donne che fanno sesso al di fuori di un rapporto stabile con un unico uomo); gli animali non si rendono conto e comunque non possono fare diversamente, perché è la loro natura; le puttane, loro sono consapevoli. Non c’è colpa nel farsi governare dall’istinto, ce n’è invece nella scelta razionale di assecondare la propria normale libido.
Ho sbagliato col Tizio di cui vi ho parlato, così come ho sbagliato con altri dopo di lui ad essere me stessa senza alcuna formalità, così come sicuramente sbaglio a pubblicare questo delirio (lo so che non è un post)... Gli uomini vogliono la santa a casa e la puttana fra le lenzuola di un letto che NON deve essere il talamo nuziale. Ed io che sono entrambe le cose, come tutte le donne normali e vere, non trovo collocazione se non a patto di scegliere fra una delle due.
E sia! D’ora in poi farò credere all’uomo di turno di essere una specie di vergine scesa sulla Terra per purificarla dalla corruzione dilagante dei suoi costumi sessuali libertini. Così se, una volta a letto, dovessi pure riuscire a tirargli un pompino da urlo, la cosa verrà considerata come un caso, una specie di miracolo, il risultato del fatto che sicuramente sono innamorata o che, magari, è merito del suo strumento particolarmente adatto alla fellatio... insomma tutto fuorché l’unica cosa vera: che a me piace e provo gusto nel farlo. Perché se saltasse fuori la verità verrebbe travisata e sporcata e la riuscita dell’atto sessuale diventerebbe automaticamente il risultato di anni e anni di esperienza con chissà quanti uomini, magari qualcuno pure di colore (film porno docet). (Se i film porno li facessero le donne sarebbero dei capolavori di erotismo, invece sono fatti da uomini ad uso e consumo di altri uomini e quindi sono delle porcherie inguardabili in cui proprio i maschi fanno una figura schifosa)
E mo’ vista l’ora ed il livello delle cose che ho scritto, vado direttamente a fare colazione, che tanto di dormire non se ne parla!
N.B. (1)
Ora scommetto che le mails di pazzi, maniaci e teste di cazzo varie, che già abbondavano grazie ad una semplice foto di una mano, triplicheranno, perché di tutto sto macello chilometrico che ho scritto le uniche parole che avranno colpito codesti ‘lettori’ saranno pompino urlo e gusto e l’unica considerazione alla fine sarà: “questa la dà via gratis e le piace pure: mignotta e ninfomane”
Immagino sia inutile sottolineare che sono la stessa donna che ha scritto anche tutti gli altri post di questo blog e chi li ha letti sa che essi sono di ben altro spessore (li avete letti tutti, vero? Se no che li scrivo a fare?).
N.B. (2)
Questo post non è stato scritto per dire che sara tommasi (volutamente scritto minuscolo) e quell’altra di cui non ricordo nemmeno il nome hanno fatto bene a ‘rendere edotta la popolazione’ su quante capriole facciano giornalmente sul proprio e sugli altrui letti (grande, immenso De Andrè come ti è finita, esser citato in un post-accio simile); perché se è vero che non bisogna nascondersi, non è nemmeno il caso di indire una conferenza stampa. Insomma in medio stat virtus! Non bisognerebbe vergognarsi né vantarsi della cosa più sana e naturale del mondo...
N.B (3)
Se poi i maschietti evitassero le seguenti domande idiote sarebbe meglio:
1.      quanti uomini hai avuto prima di me?
Essere: ho perso il pallottoliere, comunque non ero una bambina prodigio perché la mia prima volta è stata a 19 anni, adesso ne ho 42, ho avuto una storia di 8 anni, una di 3 ed una di 6 mesi... facendo un rapido calcolo con la media ponderata, considerato che mi sono svegliata tardi dal letargo e che non lo faccio da talmente tanto tempo che come si vede dò i numeri... considerato tutto questo: non ne ho la più pallida idea!
Apparire (risponde la vergine col processo di beatificazione in corso): solo due.
2.    Ti è piaciuto?
Essere: ma a che cazzo pensavi mentre lo facevamo? Non hai sentito il mio corpo tremare? Non hai sentito i miei gemiti? Non hai visto l’espressione dei miei occhi?
Sordo, cieco e minchione!
Apparire: si tesoro, sei un amante fantastico, il migliore in assoluto, come te nessuno mai...
Amen


Aggiornamento:
Questo post, scritto e pubblicato a Febbraio di quest’anno sulla vecchia piattaforma, scatenò un putiferio; sono certa che qui, visto lo scarsissimo seguito del mio blog la cosa non si ripeterà ... un po’ mi spiace, perché grazie ai commenti intelligenti ed ironici di chi mi seguiva ci facemmo tutti tante crasse risate ed in più la follia di una testimone di geova portò ad un botta/risposta con la sottoscritta che sfociò in un ulteriore post meritevoli di esser letti ...
Non posso purtroppo pubblicare i commenti, ma ho salvato la ‘litigata’ con la signorina vergine immacolata
Quindi ... la ripubblicherò !
Come sono magnanima, ah (sospiro)

sabato 15 dicembre 2012

Parte terminale dell'apparato uro-genitale maschile

-conversazione realmente avvenuta a Febbraio di quest'anno-
 
Non ricordavo dove avevo parcheggiato. Ho girato più di mezz’ora in preda al panico convinta che mi avessero fottuto la Volks (non è un auto è la mia Volks!). E’ che quando giri ore per cercare un buco libero, alla fine smetti di guardare le strade ed i riferimenti, ti concentri sulle auto ferme sperando di cogliere un segnale tipo freccia che ti faccia capire che finalmente hai trovato posto e ti concentri anche su tutte le persone che camminano con qualcosa nelle mani, sperando sia il mazzo di chiavi con cui prenderanno la loro macchina liberando il posto per te... Insomma, alla fine posteggi e corri perché sei in ritardo, dando per scontato che tanto poi riesci a fare la strada inversa... Si col piffero!
Finalmente trovo la traversa della traversa della traversa dove avevo lasciato la mia sorellina (sempre la Volks) e inizio a cercare le chiavi... Niente! Non erano in borsa, non erano nelle tasche del cappotto, non erano nei jeans, oddio vuoi vedere che le ho lasciate vicino al gabbiotto dello sportello dell’INPS dove ho fatto 4 dico 4 ore di fila inutilmente perché non ho concluso un cavolo???? Non è possibile... maledizione ‘dove cazzo ho messo le chiavi????’
Un ragazzo, mai visto prima, mi dice (cito testualmente):
“non è elegante sentire la parola cazzo in bocca ad una donna” 
‘preferiresti ci fosse direttamente il soggetto della disputa nella bocca?’
“vedo che non hai peli sulla lingua”
‘no, di solito li sputo perché mi danno fastidio’
“sono senza parole”
‘non mi sembra’
“non potresti usare delle perifrasi per esprimere lo stesso concetto?”
‘immagino che sinonimi tipo minchia o pene non vadano bene...
scusa, se non trovi le chiavi della macchina ed hai una fretta bestiale urli ma 'dove cazzo le ho messe' o "ma dove parte terminale dell'apparato urogenitale maschile le ho lasciate" ?’
“sei scurrile”
‘ma va a cagare, no, scusa, vai a stimolare quella parte del tuo apparato digerente che trasforma in scorie quanto da te ingerito il giorno precedente e poi lo elimina’
“e dire che con quel visetto pulito sembravi una brava ragazza”
‘lskjghòo***rwnvwjgoòu**kshd**ç§@#udfshwue8’
(usate la fantasia perché davvero non posso trascrivere ciò che ho risposto, tra l’altro urlando che mi avranno sentito quantomeno fino a Napoli)
 
P.S. Adesso sapete perché ho scelto come nick mandorla amara... (vedere box in alto a sx sotto la foto della mia mano)
P.S. (2) Le chiavi erano dentro la macchina, regolarmente infilate nel cilindretto e la macchina era, ovviamente, aperta...
Sono esaurita, mi sa che ho bisogno di riposo

domenica 9 dicembre 2012

Purtroppo lo abbiamo saputo in ritardo

Alla fine di questo post, nel vecchio blog, c'era la foto di un ritratto a matita che avevo fatto alla mia mamma da giovane.
Dopo che un tizio, nell'altra piattaforma, ha preso una mia foto modificandola e ripubblicandola come commento ad uno dei miei post e, successivamente, nel suo profilo ha messo la foto di una lapide con il mio nome sopra e sotto una scritta copiata da uno dei miei post, non me la sento più di mettere il viso della mia mamma in rete, sia pure sotto forma di disegno.

Post del 3 Febbraio 2012
La frase che dà il titolo a questo post è la frase che mi sto sentendo ripetere più spesso.
Vorrei capire come mi sarei dovuta comportare.
Mamma ha smesso di soffrire la notte fra sabato 22 e domenica 23 del mese di Gennaio; il necrologio è uscito sul giornale il lunedì mattina ed i funerali sono stati nel pomeriggio; la tumulazione, una delle esperienze più brutte della mia vita, è avvenuta il martedì mattina. Solo all’uscita del cimitero mi sono resa conto di essere stata in apnea per tutto questo lungo infinito fine settimana.
Stordita ed incredula, senza aver nemmeno toccato il letto per due giorni, la domenica mattina ho dovuto fare alcune telefonate penose da sopportare e da gestire per il mio cuore a pezzi, perché “bisogna avvisare”. Il resto lo ha fatto il tam tam di bocca in bocca...
Così tutta la domenica pomeriggio ed il lunedì mattina abbiamo avuto gente in giro per casa: persone che arrivavano a qualunque ora e non se ne andavano più... ore, ore, ore ed ore di parole liquide e confusione laddove io avrei voluto solo pensieri intimi e silenzio...
Al funerale una signora mi ha ripresa, con un tono visibilmente incazzato, perché non l’avevo chiamata “subito”. Vi giuro che in quel momento non sapevo chi fosse. Un mio amico, sbalordito, ha detto: ‘sta rimproverando Maria? Ma come si permette?’... Un’altra, guardandomi con gli occhi fuori dalle orbite, mi ha messo le mani sulle spalle ed ha iniziato a scuotermi, forse per essere sicura di avere tutta la mia attenzione, dicendo con tono perentorio: “Maria, io voglio esserci, io voglio starti accanto? Hai capito? Io lo voglio!”... E poi un’altra ancora: “Ho perso un’amica, Maria, lo capisci? Lo sai come mi sento? Eh, lo sai?” ed io, in automatico, senza nemmeno riflettere, ‘Non saprei, io ho perso una madre’...
Dall’indomani sono iniziate le telefonate aventi per oggetto il titolo di questo post... ed anche a giorni di distanza, se incrocio qualcuno, me lo sento ripetere... Evidentemente è un modo per ‘scusarsi’ di non essere venuti subito a darmi ‘conforto’ o magari per superare l’imbarazzo di non sapere cos’altro dire quando mi incontrano (stare zitti ed abbracciarmi forte soltanto, no eh?)... Altri lo dicono perché non sono venuti al funerale, per spiegarmi che sarebbero venuti se solo lo avessero saputo in tempo... Come se io mi fossi resa conto di chi mancava... E anche quando fossi stata in grado di notare gli assenti, cosa me ne sarebbe potuto importare visto che l’unica assenza che per me contava era quella della mia mamma?
L’inizio della fine è stato sabato alle 13:00; si è spenta all’una di notte... 12 ore di lamenti che laceravano l’anima e che risuonano ancora in ogni cellula del mio corpo... Sono passate poco meno di due settimane, ma io non riesco ancora a dormire la notte; durante il giorno non va troppo male: ho dei momenti in cui il dolore si fa acuto e le lacrime sgorgano sole e copiose, ma nel complesso riesco a ‘distrarmi’ un po’ e reggo discretamente bene; a volte riesco persino a scherzare e a sorridere financo.
Anche essere rientrata a lavoro mi sta aiutando... Ma la notte, quando rimango sola, mi rigiro nel letto senza trovare pace; appena chiudo gli occhi sento distintamente i suoi lamenti, come se fosse sdraiata accanto a me ed allora mi alzo e giro per casa. Le mie bimbe pelose, poverine, mi guardano con aria afflitta, a volte mi seguono e se mi siedo da qualche parte si avvicinano con delicatezza: Zara poggia la sua testolina sul mio ginocchio e Nera mi lecca le mani... Come farei se non ci fossero loro? Le ho tolte dalla strada e tutti dicono che le ho salvate; io credo sia esattamente il contrario. Chissà se capiscono quanto sono importanti per me e quanto io le ami...
In ritardo in ritardo in ritardo in ritardo... mi scoppia la testa... perché in ritardo, che vuol dire in ritardo...
Cosa avrei dovuto fare? Telefonare a Dio e chiedergli ‘scusa Signore, potresti mica dirmi in anticipo quando verrai a prenderti la mamma? Perché dovrei avvertire parecchia gente, se no poi mi rimproverano’.
O, forse, visto che viviamo nell’era dei Reality Show, avrei dovuto iniziare a chiamare tutti il sabato, così venivano ad assistere in diretta al fallimento delle cure palliative contro il dolore, quando nemmeno la morfina faceva più effetto...
Non vi scandalizzate, in fondo è già successo tanti anni fa, quando hanno filmato e trasmesso secondo dopo secondo l’agonia di un bambino caduto in un pozzo e la frustrazione di tutti quelli che hanno provato inutilmente a tirarlo fuori da lì e lo hanno invece visto scivolare sempre più giù...
Ciao Alfredino, non credo esista un Paradiso e non penso tu possa sentirmi; ma se per caso mi sbaglio, allora vorrei dirti che puoi andare a cercare la mia mamma e magari stare un po’ con lei, perché è davvero una donna di una dolcezza infinita e potreste farvi compagnia a vicenda, nell’attesa che si arrivi anche noi.
Scusate, ma oggi mi gira peggio degli altri giorni.
Passerà...

giovedì 6 dicembre 2012

Tatoo

I miei tatuaggi sono sulla superficie della mia pelle ma vengono dal profondo della mia anima... mi rappresentano in tutto... niente è stato fatto a caso, forma colore dimensione posto dove sono collocati, ogni singolo disegno e l'interazione di tutti e quattro ha dietro una motivazione legata alla mia vita, talmente connessa da non potersi scindere da essa... quindi posso dire che erano con me ancora prima di essere su di me e con me resteranno e diventeranno polvere... (minchia che frasona!)
Ho 4 tatuaggi.
Il primo –in ordine di tempo- è una tartaruga tribale. Si trova sul retro della spalla sinistra e rappresenta la sottoscritta. Sin da piccola ero affascinata dalle tartarughe, perchè si portano dietro la casa; a differenza di lumache e paguri che possono sopravvivere senza la loro protezione e che, anzi, la cambiano man mano che crescono per cercarne una più grande e confortevole, lasciata libera da qualcun altro, le tartarughe formano un tutt’uno con il loro guscio; se questo si rompe, loro muoiono. Per me quindi questo animale rappresenta il mio attaccamento alla famiglia ed alla casa dove ho vissuto per quasi 40 anni, con i miei genitori, mio fratello, gli zii e la nonna (eravamo 7 una piccola folla!). Adesso una parte di quella casa è mia, perché mamma, nonostante stesse già molto male per via della chemio, ha voluto dividerla, sopportando muratori, polvere e rumore, pur di dare a me la possibilità –oggi- di avere il mio guscio di noce, con cui fare tutt’uno.
Il secondo tatuaggio è un sole, ricco di sfumature, con i raggi lunghi e mossi; si trova fra l’ovaio ed il fianco destro, perché in questa zona si genera la vita e rappresenta la mia mamma. Il sole è fondamentale per la vita sulla Terra, è un’immagine positiva di forza ed energia, mette di buon umore, ma non ti permette di avvicinarti o di stare con lui troppo a lungo: rischi di bruciarti e se lo fissi dopo poco hai difficoltà a mettere a fuoco le cose. Ma è il centro attorno al quale l’intero sistema (solare, appunto) ruota. La mia dolcissima mamma era così, fragile e forte, presente e schiva. Fondamentale nella vita di tutti noi. Senza di lei siamo sbandati ed infreddoliti e la casa è maledettamente vuota e silenziosa.
Il terzo tatuaggio è una mezza luna tribale sulla caviglia destra. Rappresenta mio papà. La luna, a torto ritenuta minore, è in realtà indispensabile per la vita sulla Terra tanto quanto il sole, facendo quasi da contraltare. Esattamente come i mie genitori. Io somiglio molto a mio papà, per questo i due tatoo che ci rappresentano sono entrambi tribali. Proprio come la luna, che mostra alla Terra sempre la stessa faccia, nascondendo il suo lato oscuro, papà tiene per sé molti dei suoi pensieri; sondarli è impossibile, conoscerlo veramente un’utopia. Si trova nella caviglia perché quella è una zona estremamente importante per la nostra quotidianità; piedi e caviglie reggono il nostro corpo, eppure non le prendiamo tanto in considerazione, fino a quando succede qualcosa ed allora ci accorgiamo di quanto siano basilari. Una slogatura alla caviglia ti immobilizza. Io ho rotto la destra 3 volte, di cui l’ultima contemporaneamente alla sinistra, rimanendo bloccata a letto per più di un mese e impiegando quasi un anno per la completa riabilitazione motoria. Mio padre è sempre stato un pilastro per me, standomi accanto silenziosamente senza che io facessi caso a lui, ma saltando in prima linea tutte le volte che è stato necessario farlo. Qualunque cazzata abbia fatto, lui c’è sempre stato, rimandando il rimprovero a dopo: intanto agiva e mi aiutava a risolvere il problema. Ecco perché il tatuaggio che lo rappresenta è messo lì, in quello che è il mio punto debole.
Infine il quarto tatoo è una lucertolina, semplicissima, quasi una linea continua, all’interno del mio avambraccio sinistro; sembra muoversi verso di me, nella direzione del mio cuore. Rappresenta mio fratello. È  un rettile, come la tartaruga. Sta a sinistra, come la tartaruga. Ha la testa rivolta verso di me perché negli ultimi anni si è allontanato, ma io spero ritorni. È sul braccio perché io e lui dobbiamo sostenerci a vicenda. Le lucertole sono deliziose, apparentemente ruvide, in realtà se hai la fortuna di riuscire a toccarne una ti accorgi che sono morbidissime, come le pesche. Ma è difficilissimo prenderle, fuggono a nascondersi in qualche anfratto anche sacrificando la loro coda se, per caso, riesci a prenderla. Amano stare al sole ma da sole, se c’è rumore o confusione si rintanano sparendo in crepe irraggiungibili. Mio fratello è così: sembra burbero, in realtà è dolcissimo ed è una delle persone più sensibili e delicate che abbia mai conosciuto. Timido, di una semplicità minimalista, va all’essenziale scrollandosi di dosso il superfluo, infatti il suo tatuaggio è stilizzato e senza nessuna ombreggiatura.
Ecco, adesso avete un altro pezzetto del puzzle chiamato Maria. A chi ha voglia di vedere cosa ne viene fuori dico di guardare tutto, foto, profilo, post perché niente è messo o scritto a caso, ma tutto è sentito, pensato, ponderato eppure spontaneo, vero...
Grazie per aver letto fin qui.

Aggiornamento:
in arrivo il quinto tatuaggio, so già cosa ma non riesco a decidere dove; sarà l’impronta del cane (il perché mi sembra ovvio, in omaggio alle mie bimbe pelose) ed avevo inizialmente pensato dietro l’orecchio destro, ma con i capelli non si vedrebbe tanto... appena decido vado a farlo, ma siccome non ho nessuna fretta, arriverà il momento giusto quando vuole lui, così come è stato per gli altri

martedì 4 dicembre 2012

2012 Odissea nelle ASL

Ho pubblicato questo post nella vecchia piattaforma il 20 Gennaio di questo stramaledettissimo anno.
Non sapevo, non immaginavo o forse non ho voluto capire che eravamo alla fine.
Non lo avrei pubblicato altrimenti, non avrei forse nemmeno avuto voglia di scriverlo e comunque non con quel tono...
Ho sperato e lottato fino all'ultimo secondo. Io ci ho creduto, fino all'ultimo ho creduto che potesse riprendersi in qualche modo, che ci fosse ancora una speranza...
Come è finita chi mi seguiva nell’altra piattaforma lo sa già: è morta due giorni dopo, fra le mie braccia.
Ho pensato a lungo se avesse senso ripubblicare tutti i post legati a lei, perché quando li ho scritti l'ho fatto per sopravvivere ad un dolore talmente grande da non sapere come fare a continuare a respirare; ma adesso che senso ha?
Riflettendo ho capito che almeno per me un senso ce l'ha: quel dolore fa ancora parte di me, non è diminuito di una virgola, riesco solo a mascherarlo meglio, ma dentro fa ancora male, tanto, forse anche di più perché man mano che il tempo passa metto apposto tasselli di memoria e mi accorgo di cose di cui non mi rendevo conto, mi chiedo se in certi momenti avrei potuto comportarmi diversamente, forse avrei potuto fare di più...
Gli ultimi anni ma soprattutto gli ultimi due mesi di quel calvario, Dicembre e Gennaio, mi hanno cambiata profondamente. Non si può capire la Maria di oggi, i suoi improvvisi silenzi, i suoi sbalzi d'umore, gli scoppi d'ira apparentemente immotivati, senza sapere almeno per grandi linee cosa ha vissuto.. Questo fa parte di me, come tutto il resto, io sono il risultato di tutto, nel bene e nel male.. Non posso raccontarmi solo per le cose divertenti o per quelle in cui faccio la dura, quella forte.. Io sono anche questo: sono un dolore che non si placa, sono una ferita ancora aperta, sono una persona che ha imparato ad odiare e che ha risistemato la scala delle sue priorità, sono una persona fragile che si piega e piange senza riuscire a fermarsi, per ore.. sono una persona che si è scoperta piena di ansie e paure per il futuro e che si domanda cosa ne sarà di lei, che ha rimesso in discussione tutto e tutti... Sono una persona che ha perso il suo equilibrio e sta faticosamente cercando di trovarne uno nuovo.
Tutti mi dicono che devo reagire, qualcuno addirittura mi dice 'ma quanto ancora intendi stare così? adesso basta' e la mia voglia di mandare a fanculo il mondo e di restarmene nel mio angolino a fare compagnia al mio dolore cresce in misura esponenziale.
Io lo so che passerà, ma vorrei anche essere lasciata in pace a misurarmi con le mie fragilità; non sono depressa, sono triste e son due cose diversissime, quindi credo di avere il diritto di prendermi il mio tempo ed il mio spazio per accettare la perdita atroce della mia mamma. Ancora non ci sono riuscita e non credo ci sia un tempo standard e anche se c'è visto che chi mi conosce mi ha sempre detto che non sono come la maggioranza delle persone, non capisco perché dovrei assomigliare a questa maggioranza proprio ora; prima mi si loda per la mia originalità, poi mi si rimprovera per la mia diversità, eppure sono due modi differenti di indicare la stessa cosa: un modo tutto mio di guardare al mondo.
Io per ora ho bisogno di recuperare energie, quando avrò fatto il pieno comincerò a reagire, per ora non riesco, dal mio punto di vista è semplice ma visto che nessuno lo capisce devo dedurne che la cosa è chiara solo a me, forse perché tutti pensano alla morte della mia mamma come ad una morte normale; nessuno sa cosa ho passato negli ultimi 5 anni lottando con lei contro il cancro, l’intervento chirurgico, la chemio poi la paralisi per l'ictus, doverla vestire lavare imboccare, sentirmi dire 'lasciami morire, non ce la faccio più voglio morire' e non poterlo e saperlo fare mentre i suoi occhi piangevano..
ma che ne sa la gente di quanto sia stato devastante per me? Di cosa ho nel cuore? Del fatto che ancora in piena notte mi sveglio sentendo i suoi lamenti convinta sia ancora accanto a me.. dopo tutte le notti che ho passato seduta in una sedia accanto al suo letto, puntando la sveglia ogni tre ore per il cambio flebo, cosa ne sanno di che legame avevo io con lei, io ho sempre vissuto con la mia famiglia: vivo sola da tre anni ma per 40 sono stata in casa con loro, ho trovato lavoro molto tardi quindi passavo un sacco di tempo con la mia mamma e adesso mi manca così tanto che a volte mi sembra di impazzire,
perché è così strano capire che ho bisogno di riprendermi la mia dimensione e di leggermi dentro per capire come iniziare a ricostruire la mia vita senza di lei?

A voi il post....

20/01/2012
La mia mamma sta molto male.
Da due giorni non riesce più a deglutire, nemmeno l’acqua, nemmeno usando l’addensante, nemmeno la pappine frullate, niente. Si è resa perciò necessaria l’alimentazione esterna per via endovenosa. Non sono flebo, ma sacche particolari che dà l’ASL di appartenenza su richiesta del medico specialista.
Con la suddetta richiesta mi reco quindi all’ASL per ritirare queste sacche. Entro in un lungo corridoio con molte porte numerate ai lati; non sono sicura ma mi sembra che i numeri pari siano tutti da un lato e i dispari dall’altro. Mi informo su quale sia la stanza giusta mostrando la carta rilasciatami dalla dottoressa che segue mamma:
-dove ha fatto la richiesta per l’assistenza domiciliare integrata, Signora.
-Ok stanza 15 quindi.
-Si.
-Grazie, arrivederci.
Busso alla porta. Non odo risposta. Ri-busso. Silenzio (o almeno a me così pare). Apro ed infilo la testa:
-c’è già una persona, Signora. Chiuda la porta e rispetti la privacy.
-Scusi sono mortificata.
Divento rossa come un pomodoro. Richiudo ed attendo. Quando tocca a me entro, rinnovo le mie scuse precisando che non avevo proprio sentito risposta e porgo il foglio:
-no, Signora, non è qui che deve portare la richiesta. Stanza 20 oppure 18.
Argh! Esco e cerco con lo sguardo le due porte: alla 20 c’è una marea di gente, prendo comunque il numero; dietro la 18 non c’è anima viva. Busso. Nessuna risposta. Ri-busso. Idem. Che faccio? Apro e becco un altro rimprovero? Aspetto? Ma si dai... la fila della 20 è in stallo. Ad un certo punto un tizio esce dalla 20 ed entra nella 18 seguito da una signora. Allora aspetto che la signora esca e busso alla 18. Niente. Il tizio esce e torna nella 20. Arriva una donna con un caffè in mano ed entra nella 18. Ok –penso- ci siamo. Ri-busso. Silenzio. La fila della 20 inizia a muoversi. (Anche le mie ovaie iniziano a muoversi, in senso antiorario). Ri-busso alla 18. Il nulla! Apro:
-signora non vede che ho gente? Aspetti il suo turno, per favore.
Ho battuto il mio personale record: due brutte figure in meno di mezzora. Me ne farò una ragione!
Arriva il mio turno alla 20. Entro. Il tizio che era uscito dalla 20, entrato e uscito dalla 18 e rientrato nella 20 legge la richiesta e mi chiede di seguirlo. Usciamo dalla 20 ed entriamo –si avete indovinato!!!- nella 18:
-signora ha un documento della mamma?
-Lo avete già. Ve l’ho portato due settimane fa quando ho chiesto l’assistenza domiciliare. Avete tutta la documentazione medica, le analisi, le fotocopie dei documenti mio e di mamma. Avete già tutto. Mi è stato detto che non era necessario portare altro, solo la richiesta del medico che la segue.
-Signora si riferisce alla stanza 15?
-Si.
-Ma quello è un altro ufficio! Serve un documento di mamma.
Precisazione: la stanza 15 è di fronte alla 18.
Esco dalla 18. Entro nella 15 senza bussare. Riesco a farmi fare una copia della fotocopia del documento di mamma. Mi ripresento al 20 e torniamo alla 18. Mi da dei fogli da compilare ed esce (sarà mica tornato alla 20?). Compilo i moduli ed attendo. La signora del caffè è ancora impegnata con la coppia con cui l’avevo vista quando, da vera maleducata, ho aperto la porta dell’ufficio. Adesso posso sentire i loro discorsi, devo più che altro, anche se non voglio, perché la stanza è piccola e non ci sono divisori fra le due scrivanie, peraltro molto vicine (alla faccia della privacy). Parlano di soffitti da pitturare, si stanno mettendo d’accordo su alcuni lavori da fare a casa della signora del caffè. L’impressione (quanto sono maligna) è che non abbiano parlato d’altro sin dall’inizio... mi sbaglierò...
Torna il tizio ‘ping pong’ che controlla i fogli e mi chiede nuovamente di seguirlo. Torniamo alla 20! Sto per mettermi ad urlare ma penso alla mia mamma nel suo letto, ad i suoi occhi stanchi ed al suo fisico duramente provato dalla malattia e mi trattengo. Il tizio fa una fotocopia dei fogli, ci schiaffa sopra un bel timbro e mi dice:
-vada nella nostra farmacia a ritirare le sacche
-Porta n°?
-No signora, deve andare all’Asl che si trova in via ***** a Catania.
Dall’altra parte del mondo, praticamente! (Vivo in un paesino vicino a Catania, ma l’ASL di competenza si trova in un altro paesino più lontano e questa farmacia si trova al centro di Catania). Ok calma, guardo l’orologio e mi dico ‘ce la posso fare, se metto da parte tutto quello che mi hanno insegnato quando ho preso la patente e guido la mia Volks (wagen) come so fare io’ (Che sono presuntuosa l’ho scritto a lettere cubitali nel profilo, ergo che vi stupite a fare?). Mi metto in macchina, auricolare e telefonata al fratello intelligente e soprattutto tecnologicamente avanzato: ‘cerca su internet via ***** e dimmi se è in zona piazza ***** che non ne sono sicura; io intanto mi sto dirigendo verso Catania’. Mio fratello richiama e mi spiega dove devo andare con la precisione del centimetro quadrato. Bene sono nella direzione giusta. Arrivo e cerco posteggio: manco l’ombra! Giro e rigiro. Alla fine trovo un posto nelle famigerate strisce blu; è molto lontano ma non c’è altro. Tagliandino e via di corsa verso l’Asl. Entro. Confusione. Cerco l’elimina code: vuoto. Mi guardo in giro e scorgo una signora con un foglio in mano ed una penna dietro un piccolo banchetto. Mi avvicino e, mostrando il foglio:
-buongiorno, devo ritirare le sacche alimentari. Dove devo andare?
-Quella porta lì ma c’è una lista.
-Ok mi scriva. Grazie.
Mi siedo. Aspetto. Il tempo passa. Mi ricordo che devo cambiare il tagliandino alla macchina. Volo. Torno col fiatone e col cuore che sta per scoppiarmi nel petto.
Alle 12:15 la signora della lista se ne esce con la seguente sparata:
-alle 12:30 chiudiamo. Chi non ci arriva torna domani mattina.
Mi tremano le gambe. Di nuovo penso a mamma. Mi viene da piangere ma non faccio in tempo: arriva il mio turno!
Entro e porgo il foglietto.
-no signora, deve andare al 4° piano.
-Cosa???? Ma la signora all’ingresso mi ha detto che era qui, è più di un’ora che faccio la fila!!!!!!!!!!!!!!!!
-Vi sarete capite male.
Ok, va bene, non perdiamo tempo prezioso, 4° piano. Corro verso il corridoio, ascensore guasto, salgo i gradini due per volta, ogni giro di scala temo che il cuore mi abbandoni. Arrivo alla porta che sta per chiudersi ed urlo tipo invasata ‘per favore è urgente’. Spiego sommariamente l’accaduto e porgo il foglio:
-no signora, non è qui che deve chiedere.
-Ma la signorina del primo piano...
-Avrà capito male signora; qui è per fare la richiesta per i pazienti residenti a Catania, lei ha già la richiesta dell’Asl del suo comune quindi deve andare direttamente a prendere le sacche nella farmacia al primo piano. Non c’era bisogno di fare tutto questo giro, ha perso tempo inutilmente.
Respira Maria, respira... ok ascensore sempre guasto, scendo più veloce che posso. Non trovo la farmacia. Inizio a girare: nessun cartello o indicazione. Chiedo ma nessuno mi da retta perché è l’ora di timbrare il cartellino ed andare a pranzare. Comincio ad aprire tutte le porte a casaccio. Mi torna di nuovo in mente mamma. Stavolta i suoi occhi pieni di lacrime (da mesi non riesce più a parlare e comunica con lo sguardo) non riescono più a calmarmi; anzi, mi fanno esplodere. Inizio ad urlare sbattendo porte e tirando calci a tutte le sedie che incontro, imprecando contro tutti i dipendenti pubblici, presenti inclusi. Finalmente qualcuno mi spiega dove devo andare. Arrivo e:
-si calmi signorina, non siamo ancora chiusi. Si metta comoda che sto arrivando.
Mi accascio su una sedia ed aspetto. Non saprei quanto, non avevo più energie nemmeno per guardare l’ora e farmi il conto. Torna la signora e compila un modulo. Mi fa firmare e mi dice che la richiesta scade dopo 30 giorni, cioè il 19/02/2012 e mi da diritto ad un numero non precisato di sacche; nel senso che loro me ne danno solo 8 per volta e che quindi la prossima settimana mi devo ripresentare per averne altre 8 e così via fino al 19 febbraio; dopo di che dovrò rifare tutta la pratica da capo.
-Ora deve andare al nostro deposito a farsi dare le 8 sacche. Piano "-1". L’ascensore è rotto, prenda le scale. Grazie e arrivederci.
Corro al deposito. Mi danno due scatoloni enormi maledettamente pesanti.
-C’è qualcuno che può aiutarmi a portarli fuori?
-No spiacenti.
-Ok grazie lo stesso.
Salgo le scale lentamente, cercando di tenere in equilibrio gli scatoloni ma non vedo praticamente nulla, né davanti a me, né i gradini sotto di me, non vedo dove metto i piedi e procedo a tentoni, andando a memoria, sperando di non cadere. Riesco ad uscire dall’edificio e realizzo che non ho alcuna possibilità di arrivare in quelle condizioni alla macchina, troppo lontana. Finalmente un signore e suo figlio mi vengono in soccorso e, prendendo uno scatolone a testa, mi accompagnano fino all’auto. Mi dice di essere un dipendente dell’Asl, stava cercando un collega. Io non so come ringraziarlo, mi trema la voce, le gambe, le braccia.. ripeto, come un disco rotto, grazie di cuore, grazie di cuore... Mentalmente chiedo scusa a tutti quei dipendenti pubblici seri ed onesti che, facendo di tutta l’erba un fascio, avevo incluso nella mia filippica contro gli inetti, gli scansafatiche, i mangia stipendi a tradimento, i bastardi...
Mentre camminiamo dice da alta voce, scorgendo un signore con un sacchetto della spesa dall’altro lato della strada:
-toh guarda... il collega che cercavo; era uscito ecco perché non lo trovavo!
Fine