Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog

Del perché c'è il bollino rosso all'ingresso del mio blog.

Voglio sentirmi libera di parlare di qualunque cosa gironzoli per la mia testolina con il linguaggio che riterrò più appropriato all'argomento o anche solo al mio stato d'animo del momento; e voglio che anche chi commenta i miei post possa fare altrettanto; ma non voglio urtare la sensibilità di nessuno. I contenuti forti di un blog non sono necessariamente legati al mondo del sesso: si può parlare in termini crudi anche di politica, religione o dei litigi col vicinato.
Io parlo e scrivo esattamente come vivo: pane al pane e vino al vino, chiamando le cose col loro nome, perché non ho mai avuto paura delle parole. Quindi amici e nemici, passanti di una volta e masochisti fissi, qui si scriverà di tutto, ergo chi vuole resti, chi non vuole vada.
Tutti i commenti sono benaccetti, anche le critiche, purché fatti con intelligenza (per chi la possiede) e con rispetto (che invece pretendo da tutti). Non ho messo la moderazione ai commenti e non cancellerò niente di quanto scriverete, ma ognuno si assuma la responsabilità di ciò che lascia ai posteri e sappia che corre il rischio che io gli risponda.
Rispetto le persone che si sentono offese da alcuni tipi di linguaggio o di argomenti: per loro ho messo le avvertenze sui contenuti del mio blog, ma è un'arma a doppio taglio, perchè chi continua a leggere poi non venga a farmi la morale! Al di lá di qualche imprecazione che non è necessario comunicare alla sottoscritta, non si curi di me ma guardi e passi...
Per sapere chi è lo smanettone con polluzioni notturne che ha reso necessario questo chiarimento andate a leggere il 'Post nudo e crudo' del 18 Settembre 2012

sabato 26 gennaio 2013

I 7 Vizi Capitali di una Mandorla Amara

Mi è stato chiesto, dietro minacce, di partecipare a questo interessantissimo gioco inventato da qualche simpaticone, che Dio lo abbia in gloria, che consiste nell’elencare 7 cose che riguardano la propria vita e renderle pubbliche, per permettere ai guardoni del web di sbellicarsi dalle risa per le disgrazie altrui... A dire il vero, essendo stata nominata ben 5 volte da quel caro ragazzo brianzolo che risponde (ancora per poco) al nome di Cialtrone (blog nell'elenco a destra), in teoria dovrei deliziarvi con ben 7 x 5 = 35 episodi riguardanti la sottoscritta: tranquilli, non lo farò. Ovviamente trattasi di cose che mai e poi mai una persona equilibrata direbbe in giro, così tanto per far due chiacchiere: la fregatura, infatti, sta nel fatto che deve trattarsi di notizie non proprio edificanti, se no dove sta il divertimento (degli altri?)...
Io inizio, se ce la fate leggete e poi fate una spedizione punitiva nel blog di quel figliuolo e salutatemelo tanto tanto tanto... (Scherzi a parte il suo blog merita di esser letto dal primo all'ultimo post, garantito!)

(1)            Ho un difetto alla pianta dei piedi; si chiama piede cavo (per fortuna è solo al primo stadio e pare si sia bloccato). Scalza ho pochissimo equilibrio e provo molto dolore quando poggio per terra la parte anteriore del piede. Sono costretta a portare per buona parte della giornata dei plantari fatti su misura per me, plantari che purtroppo non entrano nelle scarpe da femminuccia e che non vanno d’accordo con tacchi ed eleganza... Mi piace vestire casual o sportiva, mi piacciono gli anfibi e le scarpe da ginnastica... ma vorrei tanto poter mettere un bel paio di scarpe col tacco alto e sottile, ogni tanto, magari una sera a cena con un uomo... Invidio tutte le donne che svettano sui trampoli con l’eleganza delle farfalle... Non condivido il tacco sadomaso alle 9 del mattino in ufficio, ma fuori dall’ambito lavorativo trovo sia estremamente femminile... Mi consolo (in minima parte) pensando che col mio metro e settantaquattro centimetri di altezza in fondo posso anche farne a meno. Ogni tanto però me ne sbatto, stringo i denti e le metto comunque; ma, non essendoci abituata, somiglio ad una foca ubriaca sopra una sfera impazzita.
(2)          Amo il vino. Una volta, a casa del mio migliore amico, mi sono scolata, mentre lui cucinava ed io davo una mano a sistemare la casa e la tavola, un’intera bottiglia di vino bianco: il vino era fatto da lui (chi conosce i vini siciliani sa che sono molto ‘potenti’, anche i bianchi hanno gradazioni alcoliche elevate) ed io ero a digiuno. Chiacchieravamo, c’era caldo, il vino era freddo... Non mi ricordo una mazza di quella cena, ma fonti fidate mi hanno raccontato, mimando movenze e suoni, che mi sono strusciata addosso ad un ragazzo su un divano, miagolando e facendo le fusa: lui impietrito, io praticamente in calore, il mio ragazzo, sul divano DI FRONTE, incazzato come una bestia col fumo che gli usciva dalle narici. Spero con tutto il cuore che non ci sia in giro qualche filmino a testimonianza dell’evento, provate a cercare su youtube e se lo trovate, non ditemelo, grazie.
(3)          Dipendo fisicamente e mentalmente dalla teina. Mi faccio tazzone di circa 300 ml di tè più volte nell’arco della giornata, anche subito dopo pranzo, perché già il solo rito della preparazione mi rilassa e mi aiuta a digerire. Ho diverse varietà di tè sfusi (cioè non in bustina), qualcuna anche abbastanza particolare (avete mai provato l’oolong alla frutta? spettacolo!!!).
(4)          Colleziono oggetti a forma di tartaruga, ne ho più di 500 di tutti i tipi, materiali e dimensioni (per il significato vi rimando al post sui miei tatuaggi). Alcuni di questi oggetti sono di discreto valore, la stragrande maggioranza sono di pochi euro e qualcuno è decisamente orribile, ma è più forte di me, basta che abbia la forma di tartaruga ed io provo il desiderio compulsivo all’acquisto.
(5)          Quando stavo a casa dei miei, cioè fino a tre anni fa circa, facevo il bagno nella vasca con due paperelle di gomma gialla col becco arancione della Chicco e non è che fossero un residuato bellico della mia infanzia; no, le ho proprio acquistate di persona da adulta (?)! A casa mia non ho la vasca e faccio solo la doccia, ma le paperelle le ho conservate. Avevo pensato di regalarle a mio nipote di pochi mesi, ma ho perso talmente tanto tempo a pensare che lui ha già compiuto un anno. Le paperelle sono ancora con me!
(6)          Ho una vera e propria passione/mania per le unghie lunghe e per l’arte di dipingerci sopra come fossero miniature. Adoro le mie mani e non permetto a nessuna estetista di toccarle: faccio da me la manicure e mi occupo spesso anche delle mie amiche, che si prestano volentieri a fare da cavie quando voglio sperimentare un nuovo disegno o colore. Mi sono abituata a fare tutto con i miei artigli, tanto che, quando se ne rompe una e sono costretta ad accorciarle tutte, mi viene male a fare le cose. Posso anche uscire di casa senza trucco e vestita come un barbone, ma ho sempre le mani curate.
(7)          Non so cucinare e non amo fare le pulizie; cerco di fare il minimo sindacale affinché la casa sia curata e presentabile, ma il tempo libero che ho preferisco usarlo per uscire con le mie bimbe pelose, leggere un libro, scrivere, fare una passeggiata con la mia Volks... Come recitano due ‘calamite’ che ho attaccate sul frigo: 'ho la cucina solo perché era compresa nella casa' e 'ritengo che la mente sia una cosa troppo complessa per perderla nei lavori domestici'

Ora, in teoria, dovrei nominare ben 15 blogger e chiedere loro di continuare la catena... Non ho il coraggio di farlo... Perciò lascio a chi mi legge la possibilità di scegliere se aderire o meno a questo progetto scientifico di cui mi sfugge il senso ...
Non provocatemi però, potrei cambiare idea!

martedì 22 gennaio 2013

Risposta al commento di Laura al post precedente

Avendo come al solito scritto un poema, il server ha impedito la pubblicazione di questo delirio fra i commenti, perché pare io abbia superato i 4.000 e rotti caratteri...
Per la seconda volta, quindi sono costretta a rispondere ad un suo commento scrivendo un post. Non è la soluzione che avrei preferito, stavolta, ma non mi è venuta in mente nessun'altra idea

Ciao Laura,
vorrei iniziare sgombrando il campo da un potenziale equivoco: l’ UNICO motivo per cui ho pubblicato quei tuoi due commenti (fra i tanti che hai scritto) è perché erano legati al post ‘forma e sostanza’ ed hanno portato alla stesura di ‘adesso basta’; se non avessi ricopiato quello che avevi scritto non si sarebbe potuto comprendere il filo logico da cui era nato questo post; il mio vecchio blog non esiste più, l’ho eliminato, ma avendo salvato quasi tutto e volendo riprendere a scrivere, ho riaperto qui e sto ricostruendo la mia casetta virtuale, rimettendo a posto tutto come era nella vecchia piattaforma, più o meno nello stesso ordine: questo post apparteneva a quel blog ed è scaturito dai tuoi commenti, ergo, in quanto funzionali, li ho riportati tali e quali. Insomma ciò che era lì ora è qui. Se avessi riportato veramente tutto tutto, se per ogni post ricopiato avessi rimesso anche i relativi commenti, forse il quadro della situazione del rapporto webbiano fra noi due e fra te ed i frequentatori abituali del mio vecchio blog sarebbe stato più chiaro e magari ci avrei fatto una figura migliore, rispetto a quella che, mi rendo conto, ho fatto e faccio anche adesso, ma non era questo l’obiettivo; lo scopo non eri tu, ma non cancellare ciò che il mio cervello aveva partorito in quella fase della mia vita, con tutte le persone che ne hanno fatto parte. Vorrei che questo blog fosse una fotocopia dell’altro senza cancellare ciò che è stato, perché era sentito e vissuto. Quindi non è propriamente un ‘riproporre a distanza di tempo’ come scrivi, quasi fosse una replica televisiva, ma un rimettere a posto il contenuto degli scatoloni del trasloco. Per riprendere da dove ho lasciato devo rimettere ciò che c’era.
La precisazione, per evitare che tu possa interpretare il tutto come un modo per ‘ridere’ di te, è dovuta al fatto che più di una volta hai dimostrato di essere leggermente paranoica con la sindrome berlusconiana del complotto da parte dei comunisti: io non complotto, ecco.
Detto questo ti confesso che non so cosa rispondere alle tue (ennesime) scuse, perciò butterò giù i pensieri disordinatamente, dato che -leggendo il tuo commento- mi son venute in mente tante cose e mi sono ritrovata a riflettere sul significato del termine “scusa”, sulle motivazioni reali (di cui non è detto che la persona sia consapevole) e su quelle invece credute (anche in buona fede) che portano qualcuno a dire “mi dispiace”; e mi sono resa conto che esistono infinite sfumature, in base al tipo di situazione che le scuse ha generato ed alle caratteristiche personali di chi le porge, per cui la stessa frase può avere valenze profondamente diverse, portando a reazioni opposte.
Ergo, andiamo al tuo commento:
1. “sperando di far bene ti ho offesa” - come si fa a sperare di fare bene dicendo ad una persona ‘tu cerchi un pezzo di carne per riempirti’ ? Nel primo commento sperando di far bene hai cercato di convincermi che il mio comportamento non era positivo e che mi stavo perdendo, dimostrando, tra l’altro, di non aver capito il significato del post e soprattutto di essere presuntuosamente convinta di essere dalla parte del giusto mentre io ero dal lato sbagliato; quando ho scherzosamente sottolineato che io non sono affatto contraria al sesso senza amore mi hai trattata come una puttana, prendendotela anche con chi aveva semplicemente scritto di esser d’accordo con me (posso riportarti la risposta di Paolo o di Lili con cui hai avuto da ridire, se vuoi);
2. “non volevo insegnare nulla a nessuno” - vuoi che riporti la tua litigata con Sciarconazzi, avvenuta sempre nel mio blog, quando gli dicesti che quelli come lui non avevano mai aperto la Bibbia e lui ti ha ridicolizzata dimostrando di conoscerla meglio di te?;
3. “non voglio giudicare” - nooooo, mica giudichi tu, sottolinei subdolamente sempre con ipocrita gentilezza, chiedendo scusa prima durante e dopo, di modo che poi se uno ti manda a foglio quinto puoi fare la povera vittima;
4. “Se l’ho fatto senza intenzione o sono stata interpretata” - e poi ti meravigli se mi girano le ovaie... stanno friggendo proprio, altro che girare, a julienne me le fai, striscioline sottiiiiili ! SE ??? Ma come SE !!! SE è ipotetico, non afferma ma al contrario apre la porta al dubbio... Ammesso e non concesso che tu lo abbia fatto, lo hai fatto senza intenzione oppure sei stata male interpretata... Accidenti ed io che credevo che fossi stupida, sei un genio !
5. “Non volevo farti arrabbiare COSI’ tanto” - e quanto volevi farmi arrabbiare? Un poco, pochissimo, giusto un soffio o abbastanza? Sappi che mi hai scartavetrato l’endometrio (espressione non mia ma che rende perfettamente l’idea). Lo ritieni sufficiente? Spero di si;
6. “mi scuso con tutti a cui ho lasciato commenti non graditi che mi hanno ignorato o deriso” - finalmente, forse, ti rendi conto che hai scassato le palle a tutti e chiedi scusa... MA fai comunque la vittima, perché questi cattivoni ti hanno ignorata o derisa... però tu da brava bambina hai chiesto scusa perché così fanno le ragazzine educate.
Ego te absolvo? Ma manco per il cavolo!
Di cosa ti scusi con me, esattamente? Di avermi offesa? Ma tu hai più di 14 anni, vero? Allora delle due l’una: o tu non pensi quello che hai scritto ed in questo caso le scuse per l’equivoco che parole poco opportune hanno generato ci stanno tutte e l’unico dilemma della sottoscritta sarebbe se accettarle o meno; oppure tu eri convinta di ciò che -da adulta presumibilmente consapevole- hai scritto ed in questo caso le scuse avrebbero senso solo se tu ti fossi ricreduta (tornando parzialmente al punto precedente).
MA non mi sembra che le cose stiano così; quello che vedo io è una ragazzina immatura che pensa di essere nel giusto e crede che basti questo per rendere incontrovertibili le sue convinzioni, al punto da poterle sbattere in faccia a chiunque per il semplice fatto che le pensa e lo fa senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze (se non a posteriori) : tu spari a zero e poi spalanchi gli occhioni dicendo ‘non credevo’... potevi pensarci prima, no? Anche perché se la cosa si ripete sempre identica... o no?
Però non è questo che mi ha fatto girare le ovaie a rovescio, perché vedi, Laura, io sono un tipo passionale, sanguigno e quindi le mie discussioni con chi la pensa diversamente da me sono spesso animate, viscerali, ma rimangono di solito sul piano dell’ironia e dello sfottò. Il problema è di ben altra natura ed è legato al tuo modo di essere in generale. Prima ho detto che tu non ti preoccupi delle conseguenze delle cose che scrivi. Pre-occuparsi è un modo di ponderare le proprie intenzioni prima di metterle in pratica, mentre tu te ne occupi solo dopo, quando la frittata è fatta e qualcuno protesta, dicendo ‘non credevo’ ‘non volevo’ ‘non pensavo’ ‘non avevo intenzione’ ecc... salvo poi tornare a dire ciò che pensi. Scegli, o dici ciò che pensi e ti assuppi (termine siculo traducibile grossomodo con accetti) le reazioni degli altri oppure ti stai zitta e nessuno ti dice alcunché: non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca. Invece ogni volta che si discute con te tu dici determinate cose, alcune delle quali decisamente INEQUIVOCABILI e nel momento in cui la persona oggetto delle tue perle di saggezza reagisce ecco che nascondi la manina con il sasso; allora, Laura, visto che sembri non comprendere, te lo spiego meglio in questa sede, anche se per fare questo dovrò ripetere cose che ho già scritto nel post a te dedicato: DEVI ASSUMERTI LA RESPONSABILITà DI QUELLO CHE DICI, SOPRATTUTTO SE -come sembra- è QUELLO CHE REALMENTE PENSI e, per fare questo, DEVI ACCETTARNE LE CONSEGUENZE !
E’ troppo comodo come fai tu, davvero troppo troppo comodo ed in questo senso io delle tue scuse davvero non so che farmene. Di cosa ti scusi, di aver scritto ciò che pensavi o di aver pensato ciò che hai scritto?
Per tutto il tempo che sei stata dalle mie parti e, attraverso la mia lista di blog amici, anche da tutti gli altri del gruppo, non hai fatto altro che svolazzare di qua e di là come la Vispa Teresa, il più delle volte citando interi ( ! ) passi della Bibbia e prendendotela se qualcuno reagiva in modi a te non graditi; fammi capire cosa bisognerebbe fare: se uno fa finta di nulla per non gettare benzina sul fuoco, tu dici -con tono di rimprovero- che ti ignora; se ti risponde scherzando, ironicamente, scrivi che ti deride; se ti risponde incazzato punto per punto, ti metti a piagnucolare che non volevi-non pensavi-non credevi e fai la povera vittima e che palle !!! Cosa dovrebbe fare una persona, dirti si bene brava grazie di aver illuminato il mio cammino? Perché a quanto pare questa è l’unica cosa che non ti crea problemi, in caso contrario ti comporti come una bambina incapace di sostenere un vero contraddittorio: dici che non giudichi, ma di sicuro rimproveri e sottolinei e lanci frecciatine, più o meno velate... Evidentemente non ti rendi conto, il che mi fa paura, perché sei messa peggio di ciò che credevo: usi la lingua italiana senza considerare il significato delle parole e scrivi senza capire ciò che dici? E’ questo che vuoi farmi credere? No, perché altrimenti non scriveresti sempre non credevo-non volevo ecc
Cazzo, Laura, almeno la coerenza delle proprie opinioni ed il coraggio di difenderle potresti averlo! Che tristezza...
Il mio post adesso basta è arrabbiato, è vero; e non lo è solo per il tuo commento sulla folla che plaude ad una libertina senza pudore che cerca un pezzo di carne per riempirsi (ti ricordo che sono parole tue), quanto ad un mondo, il tuo, fatto di pochi cervelli furbastri che plagiano molti cuori fragili, un mondo ipocrita, perbenista e falsamente buonista che finge di accoglierti finché crede di avere la possibilità di portarti dal suo lato o comunque di non averti contro, ma che scaglia frecce avvelenate nel momento in cui comprende che non la pensi come lui, con la scusa che incarni il demonio e vai quindi abbattuto senza pietà; una piaga, come tutte le idee (religiose ma NON solo) che da semplici e libere opinioni si trasformano in fanatismi che accecano le persone facendo loro credere sia giustificata qualunque reazione anche violenta (verbale o fisica) perché si combatte un nemico pericolosissimo. Qui non si tratta di me e di te, Laura, in realtà, ma dell’impossibilità di far convivere due mondi opposti con divergenze inconciliabili.
Ci ho provato sinceramente, all’inizio, ad andare d’accordo ed in questo sono stata più ingenua di te, lo ammetto; ben presto mi sono però resa conto che il mio sorvolare su alcune cose o, viceversa, spiegare minuziosamente il mio punto di vista su altre per farti capire che la pensavamo in modo opposto non ti ha fatto riflettere, ma solo pensare che potevi continuare perché andava bene così. In fondo siamo due estremiste, anche se tu non pensi di esserlo; io ne sono consapevole, ma sono altrettanto certa di non essere fanatica e, mi spiace per il Silvio nazionale, non mangio nemmeno i bambini, non complotto contro chi la pensa diversamente, aizzandogli contro folle plaudenti e non do nemmeno fuoco ai preti, pur ritenendo che alcuni se lo meriterebbero; non alzo più nemmeno il pugno, pensa te...
Ma non rinnego le mie idee, non mi nascondo dietro la matita (con la quarta di culo nemmeno l’intera collezione giotto basterebbe ! ) ed accetto di essere considerata da molti stronza e intollerante, anche perché spesso lo sono davvero, con me stessa oltre che con gli altri. Sono presuntuosa, mi irrigidisco sulle mie posizioni, sono severa e se mi si dice qualcosa rispondo a tono, ma sono una persona onesta intellettualmente, coerente fino a quando è possibile esserlo, pagandone sempre il prezzo, ma non sono cieca: a volte sono tornata sui miei passi rendendomi conto di avere avuto torto e mi sono leccata le ferite dei miei fallimenti. Ho pregi e difetti, sogni e paure, ma guardo in faccia la gente senza dover abbassare lo sguardo, perché ho la coscienza sorretta da una spina dorsale fatta da un carattere sì di merda, ma leale. Ho punti di forza e di fragilità, ho cicatrici ed un paio di scheletri in un armadio con le ante di vetro; ho fatto un lungo percorso, doloroso e difficile, per essere la donna che sono, ho scavato dentro di me fino a tirare fuori anche le cose che non volevo vedere, la mia scatola nera, mi sono guardata dentro fino in fondo e continuo a farlo giorno dopo giorno, nonostante la mia ostentata sicurezza; non sono perfetta, anzi, ma cerco di essere ‘pulita’...
Ti saluto, Laura, buona vita, il più possibile lontana da me, grazie.

domenica 6 gennaio 2013

Adesso basta ! (rif. ai due post precedenti)

E brava Laura, ti sei meritata un post con dedica: complimenti!
Inizio subito col porti la seguente domanda: conosci la differenza fra ‘ritratto’ e ‘caricatura’? Il primo è la riproduzione fedele di un soggetto; può essere fatto più o meno bene, ma normalmente è veritiero e realistico. La seconda, invece, tende ad esaltare, caricaturandole appunto, alcune particolarità del soggetto con uno scopo umoristico o satirico; elemento fondante, quindi, di una buona caricatura è l’esagerazione voluta di una o più caratteristiche del soggetto, storpiate al punto tale da rendere il risultato ironico.
Il mio obiettivo non era ridicolizzare te, ma ironizzare sul tuo discorso troppo serio: il mio post ‘forma e sostanza’ voleva essere una caricatura della sottoscritta e di alcuni personaggi maschili che hanno incrociato la mia strada negli anni, ma tu lo hai preso come un ritratto fedele al vero. Per carità un fondo di verità c’è nella caricatura, è indispensabile, ma volutamente esasperato per far scattare (o tentare di far scattare) la risata. Lo hanno capito tutti (lo si evince dai vari commenti in calce al post), tutti meno che te, che sei partita con la filippica per tentare l’opera di redenzione della donna perduta. Scrivi infatti: “non ci credo Maria che tu vuoi solo una bella scopata, non ci credo che vuoi solo un orgasmo. [omissis]... ti chiedo di AMARTI e di chiedere di meglio che del buon sesso” e altre amenità...
Ora, possiamo anche discutere sulla mia incapacità di raggiungere l’obiettivo sarcastico, ma non accetto nessun processo alle mie intenzioni! Quindi mi dispiace se ti sei sentita offesa, perché non era nelle mie intenzioni, ma adesso sono veramente incazzata.
Ho fatto di tutto, fin dall’inizio, per farti capire quali fossero i limiti del nostro rapporto epistolar-webbiano. Nel tuo post in cui chiedevi scusa a tutti noi per averci fornito delle ‘false generalità’ (mi chiamo Sarah, no Laura; sono coniugata con figli, no convivo senza prole; sono di Milano, no scusate di Vercelli) ti ho spiegato cosa pensavo, a chiare lettere, scrivendoti, fra le altre cose: ‘per il discorso testimoni di geova, confraternita ecc preferisco non dire nulla. Ho il massimo rispetto per chi crede (con la stessa forza e la stessa serena convinzione che non fa credere me) che esista un Dio che ci segue e ci protegge... Ho idee profondamente diverse e, purtroppo (per me), meno accondiscendenti su ordini religiosi, associazioni varie, preti e più in generale su quelle persone che cercano di convincere gli altri di essere le uniche depositarie della verità, le uniche a vedere chiaro, le uniche nel giusto. Che tu fossi "particolarmente" credente, si capiva da alcuni tuoi post... diciamo che speravo fossi "single" ;-) In ogni caso fino ad oggi i tuoi commenti ai miei post e le tue risposte a tutto quello che ti ho scritto non hanno mai sforato in un tentativo più o meno velato di proselitismo; hai sempre mostrato dolcezza, attenzione, sensibilità e rispetto... a questa donna io vorrei continuare a parlare, qualunque sia il suo nome e la sua situazione personale’.
A me sembrava chiaro, evidentemente mi sbagliavo.
Ad un certo punto mi scrivi: “Non credevo che un mio post, scritto con cuore sincero con interesse ad una persona che fino a pochi giorni fa mi scrive che sono cara e sensibile, mi faccia apparire come una stupida che mentre scrive stia nuda”.
A parte il fatto che non hai capito una cippa di quello che ho scritto (ma sorvoliamo che è meglio) di cosa mi accusi esattamente? Di essere stata falsa ed ipocrita? Andiamo bene: il bue che dice cornuto all’asino!
Io sono SEMPRE stata sincera con te e coerente con me stessa: quando i tuoi commenti erano dolci ed affettuosi ti ho ringraziata lodando la sensibilità che mostravi; quando hai esagerato te l’ho fatto notare. Per esempio quando hai scritto a commento di un post di Little_Lebowsky che il suo romanzo “scadeva di qualità” ai tuoi occhi (vorrei sapere chi cazzo ti credi di essere) perché aveva inserito, fra i personaggi, una maga, che – sempre a tuo dire – è, come tutti i maghi e sensitivi, in contatto con il demonio. Ti risposi, sempre con la vena umoristica che presuntuosamente ritengo essere una mia caratteristica positiva, quanto segue: ‘tutti i personaggi 'disegnati' da Drugo sono una parodia dell'umanità varia che si trova in giro... sono in chiave ironica e fanno ridere per questo... secondo me ci sta l'indovina come ci stanno gli altri... .... ma quindi scusa tu non leggevi Topolino perché c'era la fattucchiera Amelia? No, perché, senza offesa, a me pare che il demonio c'entri poco con Zio Paperone, Pippo, Qui Quo Qua and company, Amelia compresa... comunque come dice giustamente Drugo ognuno è libero di esprimere la propria opinione, tu hai detto la tua, io mi permetto di dire che mi sembra un tantino esagerata, per usare un eufemismo... baci a tutti, fattucchiera compresa, perché non discrimino nessuno io ;-) hahahaha’.
Ma tu: niente!
E vai col sermone sulla creazione, la bibbia (che a quanto pare solo tu conosci), Adamo, Eva, mele e serpenti!
Inizi tutti i tuoi discorsi più o meno così: “trovo sia sempre giusto esprimere un'opinione con onestà..al di là della stima e della simpatia per lo scrittore” oppure ancora: “come al solito ti servo le mie parole con sincerità nel pieno rispetto della tua vita e delle tue scelte”. Concludi o intercali con frasi tipo: “scusami se forse senza volerlo sono stata un po' dura e un po' troppo diretta” e “Scusa se mi sono permessa di esprimere un'opinione così estrema, ma anche così vera, però trovavo fosse giusto”...
Non fai altro che chiedere scusa, ma poi spari a zero! Ma cosa credi che il semplice mettere le mani avanti sia una sorta di parafulmine contro l’offesa di chi ti legge? Che per il semplice fatto che quello che scrivi è la (tua) verità ti consenta automaticamente di sbatterla in faccia alla gente?
Facciamo un esempio: tu cammini per strada e incroci un tizio con una cravatta secondo te orribile; non lo conosci eppure lo fermi e gli dici quello che pensi: “signore scusi se mi permetto ma siccome è quello che penso le dico che lei ha una cravatta terribile che non le dona affatto e che dimostra che lei non si vuole sufficientemente bene e che si è allontanato da Dio, mi scusi sa ma è quello che penso quindi è vero, Geova mi è testimone”. Poi piagnucoli facendo la vittima, perché il tizio ti risponde male? Eh no, bambola, troppo comodo! Vedi di crescere, piccola farfalla rosa di Ratzinger, perché non è così che funziona. Se uno ti chiede il tuo parere su qualcosa, hai il sacrosanto diritto di dire ciò che senti, altrimenti non puoi rompere i coglioni alla gente! Se lo fai comunque, accettane le conseguenze ed assumitene la responsabilità.
Io ho ironizzato, tu hai offeso. Ti riporto un paio di cose carine che mi hai scritto: “Non so cosa ti passi per la testa, quello che so è che forse per avere il plauso della folla, è divertente anche trattare le persone così. [omissis]. Ora la folla ti acclama, brava scrivi cose che agli uomini piace leggere, che alle libertine senza pudore piace leggere” e, questa è la mia preferita perché dice tutto quello che forse nemmeno tu sai di pensare: “ma probabilmente tu cerchi semplicemente un pezzo di carne per riempirti”.
Brava Laura, un vero capolavoro!
Devo ringraziarti, sai? Perché ancora una volta, una ragazzina angosciata e ottusa (a scanso di equivoci, stavolta ti sto insultando volontariamente) ha dimostrato che quello che penso è corretto: non sono presuntuosa gratis, sono semplicemente consapevole della mia intelligenza e questa consapevolezza, credimi, è stata una conquista faticosa, perché fino a qualche tempo fa non credevo di essere migliore o uguale agli altri, anzi il mio problema era esattamente l’opposto, pensavo sempre di non essere all’altezza; sono le persone come te che mi hanno fatto capire che mi sbagliavo! E devo ringraziarti anche perché hai dimostrato che quanto ho scritto nel post ‘forma e sostanza’ è tristemente vero: fino a quando ai tuoi occhi ero una brava ragazza (secondo la tua idea di brava ragazza) il mio unico problema era che non mi amavo abbastanza; poi, improvvisamente, sono caduta dal piedistallo in cui tu e solo tu mi avevi messo e sono diventata la peggiore delle donnacce.
Detesto le persone che mettono le mani avanti chiedendo scusa per quello che stanno per dire e poi scaricano macigni sulle vite degli altri e hanno l'arroganza di pensare che possono dire ciò che vogliono semplicemente perché convinte di essere dalla parte della verità, parlano di rispetto ma non ne hanno per nessuno...
Continua a vivere all’interno dei tuoi paraocchi, Laura, onestamente non me ne frega un cazzo!